L’ipertensione arteriosa in gravidanza comporta un rischio particolarmente elevato per il feto e per la madre. Questo disturbo si manifesta nel 10-15%
delle donne in gravidanza e, di queste, il 20% presenta anche proteinuria, ossia la presenza nelle urine di proteine tipiche del plasma.


Di prevenzione del rischio e delle terapie si parlerà in un convegno nazionale, dedicato a ”Ipertensione arteriosa,nefropatie e gravidanza”, che si terrà giovedì 29 e venerdì30 gennaio all’ Auditorium di San Romano a Lucca. E’organizzato dal professor Alessandro Antonelli, primario della unità operativa di Nefrologia dell’Azienda USL 2 di Lucca, con il
patrocinio della Società Italiana di Nefrologia, dell’Ordine dei Medici di Lucca e dell’Associazione Studio e Prevenzione Nefropatie (AS.PRE.NE.L.).

Secondo gli studiosi, in presenza di queste alterazioni durante la gravidanza aumenta di 5 volte il pericolo di mortalità nel periodo immediatamente successivo alla nascita
del bambino. Infatti, gli adattamenti anatomici e fisiologici del rene che si verificano durante la gravidanza, se associati a preesistenti patologie renali, possono aumentare la morbilita’ e
mortalità materno fetale.

La novità del convegno è rappresentata dalla volontà di
mettere insieme a livello nazionale le esperienze dei nefrologi e quelle dei ginecologi e neonatologi, che si confronteranno su questi argomenti. Solo attraverso uno stretto e coordinato controllo prima e subito dopo la nascita del bambino, da parte
di un team multidisciplinare, aumentano le possibilità di successo dell’autcome fetale e si riducono al minimo i rischi.

Nella popolazione generale notevoli sono i progressi effettuati nel trattamento dell’ipertensione arteriosa e nelle nefropatie, ma durante la gravidanza la strategia terapeutica ed
il controllo della pressione arteriosa spesso non sono soddisfacenti. Diventa per questo fondamentale un continuo confronto tra i professionisti interessati a queste tematiche.