Il lavoro minorile è una terribile piaga che coinvolge un quarto di miliardo di bambini nel mondo – uno su sei – e che preoccupa l’Onu: tristemente noto il fenomeno è diffuso soprattutto nei paesi dell’Asia e del Pacifico ma anche, sia pure in misura minore, nei paesi sviluppati. E anche l’Italia vi è coinvolta: nel Belpaese sono 144.000 i bambini dai 7 ai 15 anni che vengono eufemisticamente definiti ‘economicamente attivi’, 31.000 lo sono con continuità.

Quattro morti per incidenti sul lavoro (da maggio a settembre 2003) sono il tragico corollario di questo fenomeno. Sono i dati preoccupanti diffusi oggi dall’Ispesl nel corso del convegno ‘Who Consultation on Occupational Health Risks for Children‘.

Secondo dati, sono 246 milioni i bambini nel mondo costretti a lavorare, e 73 milioni di questi hanno meno di 10 anni. Nessun paese del Nord e del Sud del mondo è immune da questa piaga che provoca, ogni anno, la morte di 22.000 bambini per incidenti sul lavoro.

Sono 2,5 milioni i bambini che lavorano nei Paesi sviluppati e altrettanti quelli che sono costretti a lavorare nei paesi in via di transizione, come i Paesi dell’ex-Unione Sovietica. Il boom è nelle regioni dell’Asia e del Pacifico dove sono costretti a lavorare 127 milioni di bambini con meno di 14 anni, 48 milioni nell’Africa subsahariana. In sintesi, un bambino su sei è vittima del lavoro minorile.