Dopo la fettina anche la braciola di maiale e il petto di pollo diventeranno presto Doc, grazie ad
una etichetta che consentirà di ricostruire il percorso del prodotto dall’allevamento alla tavola.


In occasione dell’entrata in vigore delle norme e sanzioni sulle carni bovine – indica la Coldiretti – il Parlamento ha l’occasione di approvare in tempi brevi la proposta di legge di iniziativa popolare per ‘l’indicazione obbligatoria nell’etichettatura dell’origine dei prodotti alimentari’, attualmente all’esame della Commissione Agricoltura del Senato.
Si tratta – ricorda l’organizzazione agricola – di una proposta presentata al Parlamento grazie alla raccolta di oltre un milione di firme da parte della Coldiretti con il sostegno di associazioni dei consumatori, movimenti ambientalisti, gastronomi, nutrizionisti e rappresentanti delle Istituzioni a
tutti i livelli.

”Serve ora – sottolinea la Coldiretti – tradurre concretamente gli impegni assunti dalle forze politiche ed istituzionali per rendere operativa una normativa necessaria per
dare ai consumatori la possibilità di conoscere l’origine degli alimenti presenti sul mercato. Una esigenza ancora più evidente per la carne dove rappresenterebbe una misura di garanzia
rispetto ai recenti allarmi alimentari come l’importazione di ‘polli all’antibiotico’ dal Brasile, i ‘suini alla diossina’ dal Belgio e i recenti casi di influenza aviaria in Oriente”.

La carne – rileva la Coldiretti – è al primo posto nei
consumi alimentari delle famiglie italiane che destinano al suo acquisto quasi il 22% della spesa alimentare complessiva pari a 7 miliardi di euro per oltre un milione di tonnellate destinate a consumi domestici. Ogni famiglia italiana, secondo i dati
Ismea-AcNielsen, acquista complessivamente 54 chili di carne all’anno (bovina, maiale, pollo) a un prezzo medio di 6,79 euro al kg.