Sarà l’esito della prova del Dna,
che verrà affidata venerdì, a dare agli inquirenti la certezza
assoluta che la ragazza diciottenne, italiana, che si è
presentata ieri in questura a Modena, accompagnata dal legale,
sia effettivamente la madre del piccolo Jacopo, il neonato
abbandonato all’ alba del Venerdì Santo nel prato di un
condominio nella prima periferia della città.

Gli inquirenti,
che in questi giorni avevano vagliato diverse segnalazioni che
presto si erano rivelate infondate, questa volta sono convinti
di trovarsi di fronte alla pista giusta ed hanno inviato una
segnalazione al Tribunale dei Minori sulla nuova situazione.
Il piccolo era rimasto per parecchio tempo sul prato, nudo ed
al freddo prima che l’ addetto alle pulizie del condominio lo
trovasse e chiamasse aiuto. Le condizioni del neonato,
ribattezzato Jacopo dai sanitari dell’ ospedale, erano parse
subito molto gravi soprattutto sul piano neurologico. Ricoverato
nel reparto di neonatologia, Jacopo è in coma oramai da 13
giorni, viene ventilato meccanicamente e le sue condizioni sono
disperate.
La giovane, che ieri agli inquirenti modenesi ha confessato
di essere la madre, ha raccontato di aver fatto tutto da sola.
Avrebbe partorito all’ alba in una stanza dell’ abitazione,
forse il salotto, dove abita con i genitori ed altri fratelli,
avrebbe poi staccato da sola il cordone ombelicale e quindi
avrebbe pulito la stanza dal sangue perché nessuno si
accorgesse di niente. Poi sarebbe scesa in strada e avrebbe
abbandonato il piccolo nel prato del condominio che si trova
poco distante.

Secondo il suo racconto in famiglia
nessuno, a cominciare dai genitori, si sarebbe accorto che lei
era incinta, ma la ricostruzione non pare per nulla credibile.
La famiglia infatti viene descritta come una famiglia normale.
La giovane non è tossicodipendente, non ha precedenti penali
così come i genitori. Non ci sono particolari problemi e quindi
non si intravedono situazioni di disagio sociale che possano
magari far pensare a rapporti burrascosi fra genitori e figlia.
Nulla di tutto ciò. Anche per questo gli inquirenti stentano a
credere che i genitori non sapessero niente. Per questo nei
prossimi giorni verranno ascoltati parenti ed amici per
ricostruire l’intera vicenda ed anche con chi la giovane ha
concepito il bebé, ma secondo gli inquirenti non sarà una
indagine breve.

La storia di Jacopo ha commosso mezz’ Italia. Poche ore dopo
che il piccolo era stato ricoverato erano arrivate al 113
moltissime telefonate. Molte coppie volevano sapere come fare
per adottarlo o per averlo in affido mentre nel reparto di
neonatologia per giorni sono arrivati vestitini ed altri capi
donati al neonato senza famiglia. Ma con il passare delle ore e
dei giorni è parso chiaro che le condizioni di Jacopo non
miglioravano come si era sperato al momento del ricovero. Così
da giorni i bollettini medici non fanno altro che ripetere che
il coma cerebrale persiste e il piccolo viene ventilato
meccanicamente.