Uno studio dell’ONU rivela l’impatto ambientale della produzione di Pc: vengono usate 1,8 tonnellate di materiale grezzo per la costruzione di un singolo desktop.


Uno studio universitario ha rivelato l’entità dell’impatto ambientale di ogni singolo computer prodotto. Le catene di montaggio, per costruire un
singolo PC desktop, impiegano oltre 1,8 tonnellate tra metalli, carburante fossile e altri elementi. La costruzione di un PC standard corredato di un
monitor 17″ a tubo catodico richiede almeno 240 kg di carburante fossile, 22 kg di vari elementi chimici e 1,500 kg di acqua: in termini di peso, il totale di questi materiali equivale a una piccola macchina utilitaria.

Per diminuire l’impatto ambientale bisogna prolungare la vita d’uso dei computer. In parole povere prima di fare un aggiornamento generale
dell’hardware di sistema è bene non disfarsi del vecchio PC, destinandolo agli impianti di riciclaggio (che comunque necessitano di molta energia). La
scelta migliore sarebbe di venderlo oppure donarlo a chi non ne possiede uno. In tal modo si riuscirebbe a risparmiare energia fino a 20 volte
rispetto alla via del riciclaggio. Questo perchè gran parte dell’energia richiesta nel processo produttivo viene utilizzata per assemblare semiconduttori e circuiti integrati, che, al momento del riciclaggio,
restituiscono solamente piccolissime parti di materiali riutilizzabili. Per riciclare un singolo banco di memoria RAM da 2 MByte, del peso di 2 grammi, vengono impiegati 1,7 kg di carburante e 32 kg di acqua.

Nel caso non si possa proprio allungare la vita del proprio computer dismesso, è possibile consegnarlo presso le isole ecologiche di Sat,
dislocate nei cinque comuni serviti dall’azienda, evitando di metterlo dentro o a fianco del cassonetto.