Ultimi febbrili ripassi, tasso d’ansia alle stelle, orecchie pronte a captare ogni possibile o presunta ‘dritta”: gli oltre 490.000 studenti impegnati da domani con gli esami di maturità stanno consumando così la vigilia del cruciale appuntamento. Ma non solo. Per non lasciare nulla di intentato in tanti affidano anche a riti scaramantici, scongiuri e talismani la buona riuscita delle prove che li aspettano al varco.

Oltre a far scorta di cornetti di tutte le misure, pietre antisfiga e gobbetti portafortuna, i maturandi superstiziosi stanno particolarmente attenti a non passare sotto le scale, a guardare bene a destra e sinistra quando devono attraversare la strada per paura che all’improvviso esca un gatto nero in agguato sotto una macchina e quando a tavola qualcuno porge il sale la mano del pavido candidato trema per l’angoscia di farlo cadere. In vista del fatidico esame non si ricorre solo a gesti scaramantici indispensabili per ‘allontanare’ i pericoli ed esorcizzare le negatività; esistono anche dei modi per attirare la buona sorte dalla propria parte. E’ il caso dei portafortuna: oggettini e peluche di ogni genere che moltissimi ragazzi portano sui banchi o tengono stretti in mano. L’usanza portafortuna sicuramente più diffusa tra gli studenti in procinto di dare l’esame è comunque la frase di rito prima di entrare in aula: “In bocca al lupo”, a cui bisogna obbligatoriamente rispondere, “crepì; guai a dire “auguri”: si potrebbe compromettere l’esito della prova.

La superstizione, come sostiene lo studioso Paul Honigsheim è un “comportamento legato alla convinzione che determinati fenomeni di carattere materiale abbiano dei misteriosi poteri straordinari, sottomettendosi ai quali si ha la possibilità di conseguire un effetto desiderato o di immunizzarsi con appropriati rituali da possibili sciagure”.