Ricomincia dall’Olanda il mondiale di Valentino Rossi, come se le quattro vittorie sin qui firmate non fossero servite ad altro che a pareggiare i conti con Sete Gibernau. Sei gare per ricominciare da zero la sfida allo spagnolo e alla Honda.

La quarta vittoria stagionale l’ha soffocata nel fumo della gomma, facendo quello che gli inglesi chiamano ‘burning’. Bruciando, moto ferma e gas a manetta, quel che restava del suo battistrada posteriore in compagnia di Marco Melandri per festeggiare le due Yamaha salite sul podio di Assen. Prima quella blu di Valentino Rossi, terza l’altra color rosso arancio del ravennate, a conclusione di una gara che il pesarese ha speso a inseguire il rivale Sete Gibernau, leader per diciotto delle diciannove tornate, per poi azzannarlo all’ultimo giro con un sorpasso vibrato come una coltellata alla curva ‘De Bult’, che lo spagnolo ha cercato di restituire alla successiva virata. Cristallizzati in un solo fotogramma, tutto agonismo e adrenalina, i trentotto minuti della sfida olandese: Valentino e Sete si sono toccati, mezzo parafango della ruota anteriore della Honda dello spagnolo è saltato in aria. Non è mancato un accenno di polemica. Tolto il casco e calatosi sui riccioli biondi la visierina gialla da ‘Paperoga’, Valentino ha detto che stava per cadere ed è così stato costretto ad allargare la sua linea, mentre Gibernau ha polemizzato in mondovisione dicendo che non era sicuro se Rossi volesse o meno sbatterlo fuori pista. Qualcuno ha anche ipotizzato una frenata ‘cattiva’ sfuggita al re folletto, il manager del pesarese è subito corso a visionare le immagini scattate dai fotografi.
Tanto fumo, questa volta, per nulla: la querelle s’é subito sopita dopo un breve colloquio chiarificatore tra i due. Quattro vittorie, le ultime tre a filotto, contro le due di Gibernau, è ora Valentino condivide, 126 punti a testa, con lo spagnolo della Honda il superattico della classifica iridata della MotoGP dopo le sei prime prove. Più di un palmo al di sopra del tetto di casa Biaggi, terzo a quota 93 dopo il quarto posto di Assen. Dopo la rabbia e la delusione delle prove, Max ha avuto una mano dalla Honda. Meccanici giapponesi nel box fino a tarda notte, un pc che ha acceso la scintilla giusta nella centralina del romano.

Con quella mappatura meno standard, Biaggi, nel giorno del suo 33.mo compleanno e giunto al suo 100.mo GP, è tornato corsaro. Tanto, almeno, da contendere fino all’ultimo la terza piazza a Melandri, terzo per la seconda volta consecutiva, nonostante la recente operazione all’avambraccio destro. Avrebbe voluto festeggiare con un bel risultato il suo 200 GP Alex Barros, ma il brasiliano più che scintille ha fatto un bel botto mentre era secondo tra Gibernau e Rossi. Stessa sorte è occorsa al romano Michel Fabrizio, sorpresa delle prove bagnate, uscito indenne da una carambola a 270 orari. Il nuovo motore non ha guarito i mali oscuri della Ducati, visto che Loris Capirossi non è riuscito ad andar oltre l’ottavo posto. Meglio dell’imolese ha fatto lo spagnolo Ruben Xaus, settimo con la rossa del 2003. Quindicesima s’é piazzata l’Aprilia del britannico Jeremy McWilliams. L’azienda veneta ha però centrato il colpaccio nella quarto di litro, vincendo con l’argentino Sebastian Porto, capace di battere di misura le due Honda degli iberici Daniel Pedrosa e Toni Elias.

Quarto s’é piazzato il francese Randy De Puniet, davanti al sammarinese Alex De Angelis. Ancora in ombra Manuel Poggiali, settimo nonostante la sua Ms-Aprilia superufficiale, nono il torinese Roberto Rolfo che solo lo scorso anno contendeva al sammarinese il titolo iridato della 250. Undicesimo Alex Baldolini, subito ripartito perché lunedì mattina dovrà sostenere gli orali della Maturità. Nella 125 si sono sprecate le scintille. A suon di sportellate e staccate mozzafiato, baby Jorge Lorenzo (Derbi) ha strappato la vittoria al bergamasco Roberto Locatelli (Aprilia) all’ultima curva. Un successo che pochi metri prima poteva finire anche nelle mani dell’australiano Casey Stoner o del forlivese Andrea Dovizioso, poi finiti nell’ordine alle spalle dei due rivali. Settimo s’é classificato Marco Simoncelli, nono Mirko Giansanti. In crisi la Gilera, pur stretta parente della Derbi vittoriosa, 14.ma con Stefano Perugini, ancor di più la Malguti, 17.ma con l’ungherese Gabor Talmacsi. Ultima ma soddisfatta la ceca Marketa Janakova, al suo rientro dopo l’esordio dello scorso anno nel GP di casa a Brno.