Più si inquina e meno piove. ”A causa dell’inquinamento, le caratteristiche delle nubi e la loro capacità di dare luogo a precipitazioni sono notevolmente cambiate” spiega Sandro Fuzzi, ricercatore dell’Isac, Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr di Bologna.

”Le nubi che si formano su aree molto inquinate, infatti, -dice Fuzzi- sono formate da goccioline molto più piccole rispetto a quelle presenti in aree non industrializzate. Di conseguenza -aggiunge- le precipitazioni subiscono forti riduzioni”.

E gli effetti dell’inquinamento atmosferico sul clima, sulle nubi e sulle precipitazioni saranno al centro della 14° Conferenza internazionale su nubi e precipitazioni che prende il via oggi a Bologna, Centro Congressi-Area della ricerca, e che si concluderà venerdì 23 luglio.
Ad organizzare il meeting sono l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr, l’International association of meteorology and atmospheric sciences e l’International union of geodesy and geophysicis.

Secondo gli esperti, quindi, la sempre più massiccia immissione di polveri dovute ai processi industriali, al traffico delle macchine e ad altre attività dell’uomo potrebbero così compromettere una delle principali funzioni delle nubi, quella di assicurare l’acqua.
Un fenomeno, sottolineano gli esperti, che non si verifica solo in prossimità di insediamenti industriali o in zone altamente inquinate, ma anche in Amazzonia, da sempre considerato il polmone della Terra. ”A confermarlo -riferisce ancora Fuzzi- sono recenti studi che hanno dimostrato come i fumi provocati dagli incendi appiccati nella foresta pluviale, per ottenere così terre coltivabili, hanno di fatto causato la riduzione delle precipitazioni”.