Meglio di Spagna, Germania e Francia, ma molto peggio di Gran Bretagna, Giappone e Svizzera. E’ l’indice di rischio povertà dell’Italia che, sebbene in calo negli ultimi anni, continua a essere alto, e pari a 10,5 nel 2004.

Emerge da una ricerca degli artigiani della Cgia di Mestre sugli indici di rischio povertà dei Paesi industrializzati, che vede l’Italia, con 10,5, al quarto posto dopo la Spagna (13,5) la Francia e la Germania (entrambe a 11,2), e la Svizzera ultima, con un indice di 3,5.

La metodologia adottata dalla Cgia ricalca quella effettuata dal prestigioso settimanale inglese Economist che annualmente calcola l’indice della miseria dei Paesi del terzo e quarto mondo prendendo in considerazione l’inflazione e il tasso di disoccupazione.

Se la situazione economica attuale non è rassicurante, spiega la Cgia, il Fondo Monetario Internazionale ha previsto una ripresa che interesserà l’Europa a partire dal 2005 e vedrà l’Italia continuare a occupare, nonostante la previsione di una diminuzione dell’inflazione e di un aumento degli occupati, il quarto posto della classifica, con un indice della miseria pari a 10,2.