Nel 2003 il settore dei pneumatici di ricambio per autoveicoli ha realizzato in Italia un volume d’affari di 2.720 milioni di euro. Rispetto al 2002 la crescita è stata del +5,4%. Questi dati emergono da uno studio realizzato da Airp (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici) e da Federpneus (Associazione Nazionale Rivenditori Specialisti di Pneumatici).

Il fatturato ottenuto può essere considerato un risultato di grande rilievo ed è stato raggiunto grazie al recupero del rallentamento registrato dal settore negli ultimi anni, anche per effetto degli incentivi alla rottamazione, che hanno contribuito a ridurre i consumi di pneumatici di ricambio.

Poiché i prezzi sono rimasti sostanzialmente stabili – osservano Airp e Federpneus –- l’incremento del fatturato dei pneumatici di ricambio deriva non soltanto dall’aumento del parco circolante, ma anche dal fatto che la domanda si sta orientando in maniera crescente verso prodotti di costo superiore (gomme ad alte prestazioni e ribassate) ed inoltre, alla crescente diffusione di pneumatici invernali, che vengono acquistati in aggiunta al normale treno di gomme.

Nel 2003 la spesa complessiva di 2.720 milioni è stata di 2.305 milioni per l’acquisto di pneumatici di ricambio nuovi e ricostruiti (+6,2% sul 2002), di 145 milioni per l’acquisto di accessori (-9,4%) e di 270 milioni (+8%) per le prestazioni di servizi tecnici.
A fronte dell’incremento della spesa per l’acquisto di pneumatici, vi è un calo nel comparto accessori (cerchi, catene, carcasse, camere d’aria, valvole ecc.) causato essenzialmente dall’introduzione di veicoli nuovi con dotazioni sempre più ricche in primo equipaggiamento. Particolarmente positivo è, però, l’andamento delle prestazioni di servizio, la cui crescita è dovuta all’ampliamento della gamma dei servizi ‘sottoscocca’ indispensabili per valorizzare la qualità ed il comportamento su strada del pneumatico, ma anche alla accresciuta professionalità degli operatori che sono maggiormente consapevoli del loro compito di rivenditori specialisti e si distinguono rispetto agli operatori dei canali distributivi non specializzati anche per la consapevolezza del ruolo essenziale che giocano nella sicurezza della circolazione.