Nonostante il numero delle nascite sia inferiore rispetto ai decessi, la popolazione italiana continua a crescere per effetto dei flussi migratori: alla fine del 2003, l’Istat ha rilevato 57.888.245 i residenti in Italia. Aumenta ancora per gli italiani la speranza di vita alla nascita: le donne hanno raggiunto i 82,9 anni, gli uomini 77.


L’aumento di popolazione, rispetto al 2002, è stato di 567.175 unità. Il movimento naturale ha registrato -42.405 mentre il movimento migratorio +609.580.
Al primo gennaio 2003 i permessi di soggiorno concessi agli stranieri sono stati 1.503.286, con un incremento di circa 55 mila unità (+4%).
La fecondità delle donne italiana ha mostrato un lieve incremento, attestandosi nel 2003 a 1,27 figli per donna contro l’1,26 dell’anno precedente. Si conferma così una tendenza in atto dal 1995, anno in cui era stato toccato il minimo storico (1,29 figli per donna).

Minimo storico invece nel 2003 per i matrimoni celebrati che nel 2003 sono stati meno di 260 mila. Calano soprattutto quelli religiosi: il 71,5% (contro il 77% del 1999). I matrimoni civili, il 28,5%, sono invece aumentati (erano il 23%). Il tasso di tasso di nuzialità passa dal 4,6 per mille abitanti nel 2002 al 4,5 per mille nel 2003.

L’aspettativa di vita degli italiani è inferiore, in Europa, solo alla Svezia (77,7 anni gli uomini) e alla Spagna (83,1 per le donne). La popolazione italiana che ha maggiormente usufruito della sopravvivenza è quella del Nord che rispetto al 1975 è aumentata di circa 8 anni per gli uomini e di circa 7 per le donne. Nel centro e nel mezzogiorno gli uomini hanno registrato incrementi di oltre un anno più bassi, di 6,2 e 6,5 anni. Le donne del sud hanno invece presentato lo stesso incremento del nord, circa 7 anni. Anche l’indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione ultrassentacinquenne e quella con meno di 15 anni) registra un ulteriore incremento, raggiungendo il 135,4% (era il 133,8% nel 2002).