Agivano con calma, aspettando che i congegni a tempo delle banche aprissero le cassaforti, i presunti rapinatori arrestati al termine di una operazione della Squadra Mobile di Modena, chiamata ‘Timer 2’. Gli investigatori hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare, tre delle quali riguardanti componenti della banda che erano già in carcere per colpi analoghi avvenuti a Roma, Pescara e Varese.

In manette sono finiti Luigi Macaluso, siciliano di 49 anni, abitante a Maranello, secondo l’accusa basista della banda; e Mario Iadonisi, 36 anni, originario di Napoli e residente a Genzano (Roma). Le cinque ordinanze si aggiungono ad altri due provvedimenti già eseguiti la scorsa estate in un primo troncone dell’inchiesta (‘Timer 1’).

Secondo gli investigatori, solo nel modenese, la banda avrebbe colpito quattro volte fra il settembre 2002 e il febbraio 2003, e i colpi avrebbero fruttato circa 220.000 euro. Ma non viene escluso che il gruppo possa essere stato responsabile anche di altre rapine con modalità simili in altre zone del nord.

I rapinatori ‘pendolari’ usavano sempre la stessa tecnica. Entravano in azione all’ora della pausa pomeridiana, uno dei banditi entrava in banca come un normale cliente, per poi aprire a porta d’emergenza ai complici. Come ha spiegato Amedeo Pazzanese, dirigente della Squadra Mobile di Modena, i bancari venivano tenuti in ostaggio, ma i rapinatori si premuravano anche di tranquilizzarli. Quando i responsabili delle filiali dicevano loro che la banca era dotata di sistemi a tempo per l’apertura delle casseforti, i banditi (vestiti in modo distinto, e sempre con guanti di lattice, per non lasciare imporonte) rispondevano di non avere fretta. Per questo attendevano che scattasse il timer dei forzieri per svuotare le casse.