E’ nata la più grande cantina
sociale modenese a sud della Via Emilia. Sorgerà all’ingresso
del distretto ceramico e sarà uno dei maggiori produttori
italiani di Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc. Si tratta
della Cantina Sociale Formigine Pedemontana, con sede a
Formigine. La cooperativa è frutto della fusione tra la Cantina
Sociale di Formigine (fondata nel 1920) e la Cantina Sociale La
Pedemontana di Sassuolo (anno di nascita 1965), che fatturano
complessivamente 5,7 milioni di euro e hanno 550 soci. La
fusione è ‘targata’ Confcooperative Modena, alla quale
aderiscono otto cantine sociali che lavorano oltre il 60%
dell’uva prodotta nella provincia.


“Abbiamo sempre creduto in questa operazione e abbiamo
creato le condizioni favorevoli affinché si realizzasse –
afferma Gaetano De Vinco, presidente di Confcooperative Modena
dal dicembre 2003 – Il mercato è cambiato e obbliga le nostre
imprese alle integrazioni per avere volumi adeguati a sopportare
gli aumenti dei costi generali. E’ un percorso che guarda allo
sviluppo e che sta toccando anche altri segmenti dell’
agroalimentare, come l’ortofrutta e il lattiero-caseario”.
Oltre alla fusione, il progetto prevede la costruzione di una
nuova grande cantina sociale alle porte di Formigine, che sarà
pronta per la vendemmia 2006.

Il cantiere apre a febbraio e vedrà impegnate, tra le altre,
le cooperative Italprogetti di Modena e Muratori di S. Felice
sul Panaro, anch’esse aderenti a Confcooperative. Gli
stabilimenti sorgeranno su un’area di 48.000 mq (di cui 8.000
coperti) e richiedono un investimento complessivo di 14,3
milioni di euro. La Cantina Sociale Formigine Pedemontana
trasformerà 100 mila quintali di uva all’anno e avrà una
capacità produttiva di 90 mila ettolitri di vino, in larga
parte Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc, ma anche
Trebbiano Modenese Igt.

La nuova cantina sociale si annuncia un ‘gioiello’ di
edilizia e tecnologia. I muri saranno coimbentati, i 150
serbatoi verranno realizzati in acciaio inox 316 (il massimo
della categoria) e dotati di un monitor per il controllo
costante delle temperature. I vinificatori saranno venti, le
pigiatrici quattro, ma aumentabili a cinque. Una pigiatrice
sarà riservata solo alla produzione di mosto per l’Aceto
Balsamico Tradizionale di Modena Dop. Ci saranno anche un locale
per la degustazione e un vigneto modello, aperto a scolaresche e
turisti. Anche la linea di imbottigliamento sarà
tecnologicamente avanzata. L’operazione, infatti, avverrà senza
pastorizzazione e a temperatura ambiente (a 15-17 gradi nella
bottiglia non si forma condensa). Già oggi le due cantine
imbottigliano oltre un milione di pezzi l’anno.