Oltre 35 milioni di chili di rifiuti in tre mesi, pari a cento camion al giorno, finiti direttamente allo smaltimento, senza passare, come previsto dalla legge, nei centri di selezione e recupero: è un traffico illecito di grandi dimensioni quello bloccato dal Corpo forestale di Vicenza che ha individuato un’azienda del settore, la “Mastrotto”, che riusciva ad emarginare le ditte concorrenti praticando prezzi stracciati.

Vi sarebbe riuscita però, secondo l’accusa, buttando gli scarti, probabilmente anche tossici, direttamente in discarica.

Così, con l’accusa di traffico illecito di rifiuti, è stato
arrestato il convivente della titolare dell’azienda, Roberto Bauce, 42 anni, sul cui cellulare sono passate in circa 100 giorni oltre ventimila chiamate. L’attività gestita dall’uomo era infatti vorticosa. L’azienda aveva contatti con concerie, aziende della grande distribuzione, mobilifici di Veneto,
Lombardia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Toscana. Attraverso diversi stratagemmi i rifiuti entravano in un ciclo
di falsi formulari, documenti compilati solo dopo il trasporto, cosiddetti giri bolla i quali nascondevano il fatto che il materiale non passava dai centri di recupero e selezione, ma andava dritto allo smaltimento. Altre sette persone, tra cui la
stessa titolare dell’azienda vicentina, risultano indagate.