La stagione 2005 del Teatro Astoria di Fiorano Modenese tocca, con l’arrivo questa sera dell’Orchestra Arabo Andalusa di Tangeri, una delle sue punte più alte, sia dal punto di vista musicale sia dal punto di vista culturale e civile.


Intanto, c’è da dire che l’Orchestra di Tangeri rappresenta uno dei vertici musicali del mondo arabo – islamico, un po’ come i Berliner nella tradizione occidentale. In secondo luogo, con il progetto “Incontro a Tangeri”, presentato da Tahar Ben Jelloun nel giugno del 2002, Jamal Ouassini – Direttore dell’Orchestra – ha tessuto un vero e proprio dialogo tra i tre grandi monoteismi: Ebraismo, Cristianesimo e Islam.

Sulla scorta del repertorio delle Noube andaluse, per intenderci quella che per il mondo arabo corrisponde alla nostra musica sinfonica, il Maestro Ouassini, come ha scritto Ben Jelloun, ha rinnovato “una vecchia e superba tradizione nata all’epoca dell’Andalusia felice, epoca dove ebrei e musulmani, ospiti della Spagna cristiana, creavano poesia e musica in una simbiosi ed una complessità eccezionale”.

Il concerto dell’Orchestra di Tangeri, questa sera alle 21, fa parte di Transiti, progetto sul Maghreb a cura di Jamal Ouassini che, domenica 27 febbraio, proseguirà con la performance “Una notte nella corte arabo andalusa”, suite nella quale musica, poesia e pittura lavoreranno assieme per raccontare il mondo arabo da Baghdad a Cordoba.

Venerdì 4 marzo, invece, sarà la volta del rituale concerto di Maalem Abdeslam Alikane & Tyour Gnaoua. Il rito delle comunità Gnaoua è uno dei più antichi di tutto il Marocco. Le loro pratiche, allo stesso tempo musicali, iniziatiche e terapeutiche, uniscono gli influssi africani con quelli arabo-berberi.

Infine, domenica 6 marzo, in occasione della Festa della Donna, il Teatro di Fiorano ospiterà un evento davvero eccezionale. Precedute dalla presentazione del libro Lettera a un kamikaze, di e con Khaled Fouad Allam, alle 21 saliranno sul palco le Mujeres de Tanger, ossia une delle più importanti orchestre arabe di sole donne. Le Mujeres, attivissime nel mondo arabo ma sconosciute in occidente, ci faranno entrare nell’intimità della cultura marocchina, ossia nella parte femminile del rito del matrimonio.