Un percorso parlamentare ad hoc, non legato al decreto legge sullo sviluppo dell’economia, che preveda il coinvolgimento delle Regioni e soprattutto del volontariato, per una riforma del settore che non riduca autonomia e risorse dei soggetti interessati. Sono le posizioni assunte in questi giorni dal mondo del volontariato, temi che l’assessore alle Politiche sociali della Regione Emilia-Romagna, Gianluca Borghi, chiede vengano sostenuti dalla Conferenza italiana degli assessori.

Con una lettera inviata ai suoi colleghi delle Regioni italiane, Borghi ricorda che “il Governo intende modificare la legge quadro sul volontariato (L. 266/1991), agendo su due percorsi separati ed utilizzando un atto unilaterale come il decreto legge sullo sviluppo dell’economia e sulla competitività, prevedendo anche il voto di fiducia”.

“Ritengo tutto ciò inaccettabile – continua l’assessore -, in quanto metodo e contesto non possono essere condivisi dalle Regioni, dalle altre Istituzioni interessate e, innanzi tutto, dal volontariato italiano, il quale già dal 2002 ha più volte riaffermato non certo la necessità di stravolgere la L. 266/1991, bensì la sua validità generale, proponendo solo alcuni adeguamenti motivati dagli sviluppi, dalle esperienze e dalle nuove realtà maturate in oltre quattordici anni di vigenza della legge stessa”.

Quindi, Borghi invita la Conferenza degli Assessori “a sostenere le posizioni assunte in questi giorni dal volontariato, chiedendo un percorso parlamentare partecipato ed unitario per la riforma della L. 266/1991, che detta riforma non riduca l’autonomia del volontariato e le risorse ad esso assegnate e che, soprattutto, l’art. 17 del decreto legge sullo sviluppo dell’economia e sulla competitività venga stralciato, affinché l’eventuale riforma della gestione e destinazione dei fondi speciali per il volontariato sia reinserita nel disegno di legge di riforma complessiva della L. 266/1991”.