Cambiano le rotte commerciali globali, cambiano gli assetti politici, cambiano gli equilibri economici del pianeta. La crescita della Cina, e piu’ in generale l’ascesa delle grandi potenze emergenti, sta ridisegnando gli equilibri geopolitici e geoeconomici. L’Italia sara’ in grado di affrontare questo cambiamento? Quali saranno le conseguenze per il nostro Paese, per la sua ricchezza, la sua collocazione internazionale e il suo modello sociale? Riprendono gli incontri alla Fabbrica del Programma, a Bologna, e questa volta al centro della discussione ci sara’ la Cina.

Un’intera giornata – lunedi’ 2 maggio dalle 10.30 alle 17 – in cui, alla presenza del leader dell’Unione Romano Prodi, verranno affrontate le questioni politiche ed economiche legate allo sviluppo cinese.
Si partira’ – anticipa una nota – da alcune domande centrali: Quali sono le strategie che l’Italia dovra’ adottare per riconfigurare il proprio modello di specializzazione di fronte alle nuove rotte commerciali utilizzate per spostare sia i prodotti finiti, sia le materie prime e l’energia?

Come puo’ l’Italia contribuire al rafforzamento di un multilateralismo che includa anche le nuove potenze emergenti? Come puo’ l’Italia risolvere i problemi della propria qualita’ della vita anche in un contesto internazionale piu’ orientato alla crescita che alla redistribuzione e alla protezione dell’ambiente e del lavoro? Quali proposte potra’ avanzare l’Unione per riequilibrare la politica estera italiana riconquistando i suoi tradizionali partner su entrambi i lati dell’Atlantico e al tempo stesso sviluppando un rapporto privilegiato con le potenze emergenti, Cina in testa?

La giornata si sviluppera’ in due momenti: durante la mattinata al centro della discussione saranno i temi geopolitici utili per sviluppare la seconda parte dell’incontro. Nel pomeriggio l’attenzione si concentrera’ sul mondo delle imprese.


La Cina sara’ presa in considerazione come caso paradigmatico delle sfide che le imprese italiane si trovano ad affrontare in un mercato sempre piu’ aperto e con equilibri molto diversi rispetto a quelli in cui sono cresciute e hanno costruito il proprio successo.

Il ‘sistema Italia’ e’ in grado di affrontare i cambiamenti non solo da un punto di vista di strutture istituzionali, ma anche sotto il profilo culturale e di politica industriale? Alla prima parte dell’incontro parteciperanno politologi, storici e giornalisti tra i massimi esperti di affari internazionali e relazioni con la Cina. Nel pomeriggio spazio alla testimonianza di imprenditori e manager le cui aziende (tra le altre Natuzzi, Piaggio, Luxottica, Pirelli, Merloni, Alstom, Fiat/Iveco, Zanussi, Dolce & Gabbana) producono e/o distribuiscono in Cina.