Segregata in casa, con catene in ogni stanza, finestre murate e massicce dosi di sedativi per renderla più mansueta. E’ l’odissea vissuta da un’impiegata di 29 anni di Rolo, rimasta per quattro giorni in balia del suo ex datore di lavoro.

A liberare la ragazza i carabinieri di Vergato, che lunedì hanno fatto irruzione in un casolare a Rocca Pitigliana. L’uomo, un modenese 43enne, è stato arrestato con le accuse di sequestro di persona, violenza privata, lesioni e minacce.

Il movente del rapimento, per gli investigatori, si spiega solo con il folle sentimento dell’uomo. Lui ha invece motivato l’accaduto con la volontà di disintossicare la ragazza dagli stupefacenti: una circostanza smentita dall’interessata e risultata falsa anche dagli accertamenti svolti. A permettere di individuare il casolare è stata la stessa ragazza che approfittando di un momento di distrazione dell’uomo, mentre erano fuori, ha fatto cadere a terra un bigliettino con una richiesta di aiuto.

La storia della giovane donna parte da lontano: già nel 2003, quando lavorava come impiegata nella palestra dell’uomo in provincia di Modena, questo le aveva fatto alcune avances e l’aveva tenuta sequestrata per mezz’ora in un appartamento. La ragazza era riuscita a liberarsi solo sottoponendosi a un test, che aveva accertato la negatività all’uso di stupefacenti. Dopo quell’episodio, per paura mai denunciato alle forze dell’ordine, lei si era licenziata ed aveva fatto perdere le proprie tracce, cambiando il cellulare e tornando a vivere con la madre a Rolo.