Cosa mangiavano i nostri antenati di 3 mila 500 anni fa? Come si procuravano il cibo? E quali tecniche adottavano per conservarlo e cucinarlo? Una risposta a queste domande è nell’esposizione di reperti, nelle visite guidate, nelle attività e nelle degustazioni in programma al Parco archeologico e museo all’aperto della terrramara di Montale, che domani sarà aperto dalle 10 alle 19 ad ingresso gratuito.

Il Parco, infatti, partecipa alla rassegna ‘Cibi e sapori nell’Italia antica’, promossa dal Ministero per i beni e le attività culturali, e al progetto ‘Musei da gustare’, a cura della Provincia.
Informazioni ai numeri 059-2033101-532020 e nel sito Parco Montale.

Grazie agli enormi e recenti progressi di discipline come la paleobotanica e l’archeozoologia, conoscere la dieta degli abitanti della pianura padana nell’età del bronzo non è più un’impresa impossibile.
“Attraverso l’analisi di pollini, semi e frutti rilevati negli scavi archeologici – spiega Ilaria Pulini, responsabile del Museo civico archeologico di Modena – sappiamo che il paesaggio attorno alle terramare era occupato da ampie zone disboscate destinate a pascolo o alla coltivazione dei cereali, soprattutto grano e orzo, ma anche paníco, avena e segale, mentre negli orti nelle immediate vicinanze del villaggio si coltivavano diverse varietà di legumi, come fave, lenticchie e vecce”.