‘Non c’è nessun iscritto nel registro degli indagati per i plichi esplosivi spediti a fine 2003 a Romano Prodi, ma con probabilità enorme i responsabili sono fra gli indagati per l’associazione eversiva’. E’ la precisazione fatta dal Procuratore capo di Bologna Enrico Di Nicola, durante una conferenza stampa sull’operazione contro gli anarco-insurrezionalisti che ieri ha portato all’esecuzione di 7 ordinanze di custodia cautelare per associazione con finalità di eversione dell’ordine democratico.

Di certo – hanno spiegato gli investigatori – l’associazione eversiva che ha rivendicato numerose azioni a partire dal 2001 con la sigla Fai, federazione anarchica informale, è responsabile anche dell’invio dei plichi incendiari all’allora presidente della commissione europea e delle pentole esplosive di fine dicembre 2003, che mandarono in fiamme due cassonetti della spazzatura a pochi metri dall’abitazione bolognese del Professore. Però a nessun singolo indagato viene imputato l’invio dei plichi a Prodi.

La contestazione di questo episodio per ora riguarda l’associazione e non il singolo. Nei confronti dei singoli invece sono mosse precise accuse per altri fatti specifici fra i quali l’invio di plichi infiammabili a stazioni di carabinieri, al Tg4, alla Benetton e ad altre istituzioni.