Va in scena al Comunale di Modena (30 maggio) “L’acqua e il fuoco”, spettacolo di prosa e musica liberamente tratto, oltre che da vari scritti originali di Gabriele D´Annunzio, dal ricchissimo carteggio amoroso fra Eleonora Duse e il poeta, il tutto adattato per la scena teatrale dal regista Carlo Bertinelli (che sarà anche in scena nei panni del Vate), con musiche di Francesco Paolo Tosti, Beethoven e Debussy.


Il titolo sottolinea simbolicamente l’inconciliabilità dei due elementi, nei quali si rispecchiano la trasparente limpidezza dell’attrice e il continuo e indomabile ardore, che venne espresso nella vita e nell’arte del poeta.

L’impianto drammaturgico è partito dalla volontà di esprimere e strutturare la vicenda utilizzando le parole originali sia della Duse (Alessandra Brocadello) che di D’Annunzio (Carlo Bertinelli). Nella scansione drammatica dello spettacolo un ruolo predominante è assegnato alla musica, che ne costituisce il ponte tra un quadro e l’altro, e che ne sottolinea emotivamente l’accaduto o che preannuncia ed evoca ciò che sta per prendere forma sulla scena.

La vicenda muove dai ricordi dell’attrice, il cui passato riaffiora quasi per evocazione, sottolineato e scandito dalle musiche di Francesco Paolo Tosti, che Leone Magiera incarna anche scenicamente in alcuni passaggi. Alla fine (mentre si approssimano gli eventi della Grande Guerra) gli accadimenti vengono sottolineati da brani per pianoforte di Beethoven e di Debussy.

Alcune struggenti romanze, interpretate da Carmela Remigio, fanno del canto quasi il prolungamento dell’animo della Duse, e rendono la cantante quasi il simbolico ‘doppio’ di Eleonora.
I ricordi della Duse si materializzano in un salone polveroso, con gli arredi coperti da teli bianchi, come se si trattasse di una casa disabitata, a ricostruire la storia dei due amanti in un luogo simbolico, verosimile e al tempo stesso immaginario.



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