Turni flessibili, part time reversibile e formazione individuale e collettiva per aiutare le proprie dipendenti a conciliare lavoro e famiglia. Per sperimentare soluzioni organizzative di questo tipo una cooperativa modenese riceverà i contributi previsti dalla legge 8 marzo 2000 n. 53 – art. 9 – sul sostegno alla maternità e paternità.
Si tratta di Domus Assistenza, cooperativa sociale aderente a Confcooperative Modena, specializzata in servizi socio-sanitari e che nel 2004 ha fatturato 20,5 milioni di euro.


In Domus il personale è in stragrande maggioranza femminile (al 31 dicembre 2004 le donne erano 889 su un totale di 973 dipendenti). Affiancata dalla cooperativa Cooperga (che fonisce servizi e consulenze alle imprese) e in accordo con i sindacati, Domus Assistenza ha messo a punto un progetto che punta a soddisfare le richieste di riduzione d’orario o flessibilità dei turni delle lavoratrici madri che, al rientro dalla maternità, hanno difficoltà a conciliare il lavoro con la famiglia. «Poiché conosciamo bene le difficoltà nella gestione dei tempi di vita e lavoro, vogliamo concordare con una parte delle nostre dipendenti il part-time o la flessibilità sui turni, compatibilmente con le esigenze aziendali e dei servizi – spiega Gaetano De Vinco, presidente di Domus Assistenza – In questo modo ottimizziamo la qualità del servizio offerto, che è basato anche sulla professionalità acquisita nel tempo dalla lavoratrice, e salvaguardiamo un’opportunità di lavoro per lei stessa».

Il progetto prevede una sperimentazione di turni flessibili in una casa protetta per anziani e part time reversibili, per un periodo massimo di 24 mesi, concessi a una decina delle sessanta donne attualmente in congedo di maternità. L’altro elemento importante del progetto è l’offerta di corsi di formazione individuale e collettiva per chi rientra dal congedo parentale. Le lavoratrici formate saranno 62: le 52 donne in maternità al 10 giugno 2004 (data di presentazione del progetto) e le dieci persone che verranno assunte in sostituzione di quelle a cui verrà concesso il part time. «Il nostro è un progetto-pilota. Ci auguriamo – prosegue De Vinco – che abbia successo non solo per Domus, ma che diventi un’esperienza da esportare in tutto il movimento cooperativo, soprattutto nelle cooperative, e sono molte, a elevata occupazione femminile. Non dimentichiamo che proprio nella cooperazione l’elemento umano è valorizzato e chiamato alla partecipazione – conclude De Vinco – nella più alta forma di democrazia economica».