Con l’entrata in vigore dell’obbligo di indicare il luogo di provenienza del latte fresco, sono pronte a scattare dal domani anche le multe per impedire di spacciare come Made in Italy latte munto da mucche bavaresi, austriache, francesi o slovene, per essere trasportato in cisterna e imbustato in Italia.

E’ quanto afferma la Coldiretti che ha promosso in tutta Italia la giornata nazionale del latte fresco italiano per far conoscere l’importante provvedimento nazionale a tutela del Made in Italy per un prodotto fondamentale nella spesa e nella dieta degli italiani che ogni giorno ne acquistano oltre 2,5 milioni di litri. Un risultato raggiunto grazie alla raccolta da parte della Coldiretti di un milione di firme a sostegno dell’indicazione obbligatoria nell’etichettatura dell’origine dei prodotti alimentari, alla quale hanno aderito associazioni di consumatori, ambientalisti, nutrizionisti, rappresentanti delle istituzioni presenti alle decine di appuntamenti fissati in questi giorni da Roma a piazza Montecitorio al Piemonte fino alla Sicilia.

Il Decreto interministeriale 14 gennaio 2005 sull’etichettatura obbligatoria del latte fresco ora in vigore – spiega la Coldiretti – obbliga ad indicare sulle etichette del latte fresco il luogo di provenienza della stalla di mungitura e non solo quello dello stabilimento di confezionamento. E la violazione dell’obbligo con la mancata indicazione dell’origine è sanzionata – continua la Coldiretti – con una multa compresa tra i 1600 e i 9500 euro.

Dal sette giugno deve essere dunque indicato il riferimento territoriale cui fanno capo gli allevamenti di origine del latte impiegato e sulle confezioni – precisa la Coldiretti – è possibile riconoscere la provenienza grazie all’indicazione:
‘zona di mungitura’ nel caso in cui sia possibile dimostrare la provenienza del latte fino agli allevamenti di origine con l’indicazione di comune, provincia, regione, Italia, Stato Ue o Ue se proveniente da più stati dell’Unione;
‘provenienza del latte’ nel caso in cui non sia possibile dimostrare la provenienza del latte fino agli allevamenti di origine con l’indicazione di provincia, regione, Italia o il nome dello stato Ue o Ue per la provenienza da più stati o paesi terzi (extracomunitari).

Una etichetta trasparente che – sostiene la Coldiretti – contribuisce a fare chiarezza sul latte commercializzato in Italia dopo che nel 2004 che nel 2004 sono salite a 17 milioni di quintali le importazioni di latte sfuso (+3%), proveniente da mucche ‘straniere’, trasportato in Italia per essere lavorato e trasformato in formaggi, yogurt e latte alimentare “Made in Italy”.