“Richiamo la società regionale ad un maggiore impegno e ad una più forte attenzione per i diritti e per la dignità delle persone costrette a chiedere protezione lontano dal proprio paese”. Così l’assessore regionale all’Immigrazione, Annamaria Dapporto, commenta la ricorrenza, Giornata mondiale dei Rifugiati, appuntamento in cui si organizzano iniziative per favorire una migliore conoscenza della condizione e dei diritti dei rifugiati, dei motivi della loro fuga, delle difficoltà a trovare accoglienza in Italia.


In Emilia-Romagna il 17 giugno 2004 è stato sottoscritto un Protocollo Regionale in materia di richiedenti asilo e rifugiati, con le Associazioni di Comuni e Province, Cgil, Cisl, Uil, Arci, Acli, Ciac, Ics, Forum Terzo settore, Caritas di Bologna, singoli Enti locali. Questo Protocollo impegna al “dovere” dell’accoglienza e dell’integrazione sociale per rifugiati e richiedenti asilo, a promuovere la formazione degli operatori, la tutela legale, la rilevazione di dati sulle presenze, la diffusione di una cultura dell’asilo e di azioni di sensibilizzazione sul tema.


Ad un anno di distanza, oggi 20 giugno 2005, assieme alla Provincia di Parma, ed in collaborazione con molti enti, sindacati e associazioni, la Regione dà vita al progetto “Emilia-Romagna – Terra d’Asilo”, proponendo per la prima volta la costruzione di una effettiva rete regionale, organizzando attività formative e di comunicazione pubblica sul tema.



I rifugiati, richiedenti asilo, o beneficiari di protezione umanitaria in Emilia-Romagna sono ufficialmente circa 2000, mentre i progetti specifici riguardano circa 200 persone. “Sono molte le azioni da avviare – commenta l’assessore Dapporto -, nonostante l’aiuto offerto dal volontariato sia rilevante. In questi anni, la Regione ha comunque inserito i richiedenti asilo tra i possibili beneficiari degli interventi di integrazione sociale, contribuendo a rafforzare le opportunità di accoglienza ed inserimento a livello locale”.


In Italia nel 2004 le domande di asilo sono state 8700, ma solo il 36% ha ottenuto lo status di rifugiato o la protezione internazionale.



“Certamente – continua l’assessore – il contesto nazionale non ci aiuta: ricordo che l’Italia è l’unico Stato dell’Ue senza una legge organica per l’asilo. Prevalgono dunque politiche restrittive, mentre rifugiati e richiedenti asilo sono senza assistenza, con lunghi tempi di attesa”.



Il Regolamento della legge Bossi-Fini, recentemente entrato in vigore, ha ricevuto unanime parere negativo da parte della Conferenza Stato-Regioni “perché non offre sufficiente tutela dei diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati”. Inoltre, la recente formazione di 7 commissioni territoriali per l’esame delle domande (invece di una unica nazionale: l’Emilia-Romagna avrà come riferimento la Commissione di Milano) può essere positiva, “ma è discutibile la scelta di farlo senza il necessario coinvolgimento delle Regioni”, sottolinea l’assessore.



“Mi preme infine ricordare come negli scorsi anni il Programma Nazionale Asilo avesse posto le premesse di un sistema di accoglienza basato sul decentramento, sulla costruzione di reti territoriali tra istituzioni e terzo settore, su programmi di integrazione sociale comprensivi di formazione e di tutela legale. Ora anche quell’esperienza rischia di essere residuale. Continua a mancare davvero un respiro strategico su una materia – precisa l’assessore Dapporto – che non deve essere confusa con quella dell’immigrazione clandestina”.