‘Confermo la ferma volontà di proseguire sulla strada intrapresa perché le motivazioni che hanno portato a compiere questa scelta restano forti e non sono venute meno negli ultimi giorni’.

‘Una scelta difficile, che sapevamo e sappiamo essere tale ma che dobbiamo compiere perché quanto è avvenuto nei mesi scorsi non ci permette di fare altrimenti. A meno che non si voglia fare la parte degli struzzi, mettere la testa sotto la sabbia e fingere che il palazzo non abbia problemi e che chi vi abita viva in condizioni vivibili. Una scelta che sappiamo esser complessa, dal punto di vista sociale e da quello dell’ordine pubblico, ma che abbiamo deciso di compiere, di concerto con Prefettura e Questura, perché i fatti stessi e le conseguenze che questi possono avere non ci consentono di fare altrimenti.

Le condizioni di precarietà dello stabile sono documentabili e certe, così come è certo e documentabile l’esito negativo dei tentativi di porre rimedio a tale emergenza coinvolgendo gli stessi residenti: nei giorni scorsi lo studio legale che rappresenta l’amministratore di condominio nominato dal giudice nel 2001 ha scritto una lettera nella quale informa il Sindaco “dell’impossibilità di gestire il condominio, per l’assoluta impossibilità di fare fronte ai necessari interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, stante la mancanza dei versamenti da parte dei condomini delle quote condominiali’.

I debiti che gravano sul condominio nei confronti di SAT e del Comune ammontano a quasi 250 mila euro.
‘E’ evidente che se le numerose ordinanze del Sindaco, che prescrivevano ai proprietari di eseguire gli interventi per il ripristino delle condizioni di sicurezza, avessero avuto esito positivo, oggi non ci troveremmo nella posizione di dovere procedere allo sgombero. Ma questo non è accaduto, e proprio alla luce di questi fatti abbiamo deciso di procedere allo svuotamento di un edificio non più sicuro per chi vi abita.

Svuotamento che avverrà assicurando una sistemazione solo ai residenti la cui presenza è stata rilevata nelle scorse settimane. Dai primi di aprile i servizi del Comune e i nostri incaricati sono infatti in costante rapporto con i residenti: ad ognuno di loro viene garantita una sistemazione, alle famiglie un appartamento dignitoso, ammobiliato e sicuro ed un contributo all’affitto, ai single residenti in regola un posto letto. Le famiglie verranno accompagnate nella nuova abitazione da personale esperto, e questo accompagnamento proseguirà anche nei mesi successivi, per sostenerli ed aiutarli nel passaggio graduale da una situazione all’altra’.

‘Accanto alla soluzione abitativa il Comune propone una soluzione alle esigenze dei proprietari degli appartamenti: per chi ancora paga il mutuo come per chi il mutuo l’ha già estinto.
Nel primo caso, l’appartamento è di fatto di proprietà della banca. Nel secondo caso, le opzioni sono due: vendere l’appartamento al prezzo di mercato oppure mantenerne la proprietà partecipando alla fase di riqualificazione dell’area con finalità pubbliche e sociali.
L’appello dei Sindacati confederali ad aprire un confronto sulle politiche della casa è quindi assolutamente in linea con i nostri obiettivi: la soluzione dell’emergenza di Via San Pietro rappresenta l’occasione per avviare un tavolo che abbia quale finalità quella di evitare il ripetersi di emergenze sociali simili’.