Un altro trimestre ‘freddo’ per l’industria reggiana, con il fatturato in sofferta stabilità e gli ordinativi in contrazione. Una spiccata cautela sembra orientare le previsioni per i prossimi mesi, caratterizzati da indicatori in terreno negativo. Tengono l’occupazione e gli investimenti correnti.

E’ questa la sintesi dell’indagine congiunturale trimestrale svolta dall’API, riferita al periodo aprile-giugno.

Il secondo trimestre dell’anno non conferma i segnali di recupero previsti a fine marzo, mostrando saldi negativi marcati negli ordini e uno stallo sostanziale nelle vendite. E’ in particolare il dato del livello ordini Italia a registrare la performance meno brillante (dichiarati “stabili” dal 46% delle imprese e “in diminuzione” dal 33%), mentre gli ordini provenienti dai Paesi dell’Unione Europea (con i valori al 56% e al 25%) e quelli extra UE (42% e 34%) contengono la flessione.
Migliori le indicazioni sul fatturato, con i segnali di crescita in perfetto equilibrio con quelli di diminuzione per l’area UE e per i mercati extra UE, e in leggera sofferenza per il mercato italiano, con valori al 25% e al 29%. I livelli occupazionali sono dichiarati stabili dall’82% delle imprese, mentre il 38% segnala una diminuzione nell’utilizzo degli straordinari.
Le dinamiche delle scorte confermano il carattere interlocutorio del ciclo economico: i magazzini di materie prime e quelli di prodotti finiti sono considerati “appropriati” rispettivamente dall’81% e dal 72% delle imprese, ma a considerarli “bassi” sono il 14% e il 20%.
La percentuale di imprese che dichiara di aver effettuato investimenti si attesta al 49%, con una prevalenza per impianti e macchinari per quanto riguarda gli investimenti materiali e per ricerca e sviluppo e organizzazione per quelli immateriali. Non numerose ma significative le indicazioni riferite all’acquisizione di partecipazioni societarie.
Non si evidenziano particolari tensioni sul versante del credito, con l’83% di imprese che non riscontra variazioni nell’accessibilità al credito rispetto al trimestre precedente.
Pur in un quadro di spiccata stabilità, la diminuzione del ricorso al debito (sia a breve termine, sia, in particolare, a medio-lungo) e l’incremento dell’autofinanziamento confermano la cautela che ha ispirato l’andamento del trimestre.

Tendenze previste per il III trimestre 2005
Il rallentamento registrato tra aprile e giugno sembra condizionare anche le prospettive per i prossimi tre mesi, con fondamentali deboli.
E’ il mercato interno a mostrare maggiori sofferenze: gli ordini sono previsti stabili dal 52% e in diminuzione dal 33% delle imprese, valori che per il fatturato si attestano al 50% e al 35%.
Meglio orientate – per quanto in saldo negativo – le attese riguardanti le esportazioni, con particolare riferimento agli ordini provenienti dai mercati esterni all’Unione Europea, previsti “stabili” dal 50% e “in aumento” dal 28%. Allineati con i valori registrati nel secondo trimestre i dati riguardanti l’occupazione, attesi stabili da otto imprese su dieci (ma previsti in diminuzione dal 14%) e il livello delle scorte.
Calano di qualche punto le intenzioni di investimento, portandosi al 45% delle imprese.
Non sono previste variazioni significative nelle modalità di finanziamento, se non un leggero incremento nel ricorso a mezzi propri.