Un napoletano di 47 anni – accusato
di violenza sessuale nei confronti del figlio minorenne, con l’ aggravante di aver agito nei confronti di un bambino di eta’ inferiore ai dieci anni – e’ stato arrestato nel capoluogo campano dagli operatori della Polizia Municipale di Modena, in collaborazione con i colleghi di Napoli, e trasferito nel carcere di Poggioreale.


L’uomo era stato arrestato nel settembre dello scorso anno assieme ad altre cinque persone, fra cui due zii della vittima.

Il Tribunale della Liberta’ di Bologna dopo un paio di mesi rimise in liberta’ tutti gli arrestati, e il pm Marco Niccolini presento’ subito ricorso contro la sentenza. La Cassazione ha riconosciuto valide le prove raccolte dagli operatori della Polizia Municipale modenese, annullato l’ordinanza e rimandato gli atti a un’altra sezione del Tribunale della Liberta’ di Bologna. Ora i giudici hanno riconosciuto valida la tesi accusatoria e ripristinato la carcerazione per l’uomo, che nel frattempo si era trasferito da Modena a Napoli, ospite di un parente, dove pero’ non era mai stato perso di vista.


Le indagini presero il via nel dicembre 2002, sulla scorta di alcune dichiarazioni rilasciate da un minore, che all’epoca aveva otto anni, ai propri insegnanti. Gli educatori percepirono di essere davanti a un fatto grave e avvertirono i servizi sociali del Comune, che tolsero il minore dall’ambiente familiare. La famiglia di origine, infatti, viveva nel degrado in un contesto caratterizzato da rapporti interfamiliari di assoluta promiscuita’ sessuale. Il minore, alloggiato in un ambito tranquillizzante, inizio’ a raccontare di situazioni scabrose cominciate un paio di anni prima. Una volta informata la magistratura, l’indagine fu affidata al Nucleo Sicurezza della Polizia Municipale, specializzata negli interventi sul sociale, che ha operato sotto la supervisione del pm Marco Niccolini.


Gli operatori del comando modenese, nonostante le difficolta’ per ricostruire avvenimenti avvenuti anni prima, sono riusciti, grazie anche all’utilizzo di sofisticate apparecchiature e alla collaborazione delle istituzioni scolastiche e dei servizi sociali del Comune, a trovare numerosi riscontri sulla veridicita’ dei racconti fatti dal bambino.