Torna a suonare l’antico organo della chiesa parrocchiale di Iola di Montese dopo il restauro eseguito quest’anno. Il prezioso strumento sarà il vero protagonista del concerto in programma questa sera con il soprano Silvia Martinelli che sarà accompagnata all’organo dal maestro Stefano Manfredini.

Verrà eseguito un ampio repertorio barocco che spazia da dai “Fiori musicali” di Frescobaldi, al “Domine deus” dal “Gloria” di Vivaldi, fino a brani dalla “Cantata n. 51” di Bach.

Lo spettacolo (ore 21, ingresso gratuito) fa parte della rassegna “Armonie tra musica e architettura” proposta dalla Provincia e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, con la direzione artistica dell’associazione “Amici dell’organo Johann Sebastian Bach”.

Collocato sul pavimento del coro dietro l’altare, l’organo fu costruito nel ‘700 e dopo un primo rifacimento alla fine dell’800 fu malamente recuperato nel secondo dopoguerra. Ora, grazie ad un minuzioso lavoro di restauro, eseguito con criteri rigorosamente filologici da Paolo Tollari, è stato restituito allo strumento il suono originario. L’intervento è stato finanziato dalla Provincia di Modena nell’ambito di una campagna di recupero degli antichi organi che ha permesso di recuperare oltre 50 organi con un investimento complessivo di circa un milione di euro.

Diplomata al conservatorio di Perugia, Silvia Martinelli è stata premiata in numerosi festival nazionali ed internazionali e di recente ha inciso un cd con musiche di Handel, Vivaldi e Bach.

Giovane talento modenese, Stefano Manfredini collabora con la corale “Puccini” di Sassuolo ed è organista titolare della chiesa di S.Giovanni Bosco di Bologna.

Il concerto rappresenta anche l’occasione per ammirare, all’interno della chiesa, la splendida tela raffigurante S.Antonio da Padova con il bambino, attribuita a Ludovico Lana, tra i più importanti artisti modenesi del ‘600.

A fianco della chiesa, nella canonica, è possibile visitare la Raccolta di cose montesine: un autentico museo di oggetti e strumenti di lavoro dell’antica cultura montanara, esposti all’interno di suggestive ricostruzioni di ambienti casalinghi e botteghe di un tempo.