Sparo’, uccidendolo, a un ventunenne cittadino albanese che stava fuggendo dopo aver abbandonato una macchina rubata con materiale frutto di un altro colpo, la notte fra il 5 e il 6 febbraio 2004 a Molinella, nella pianura bolognese: per questo il Pm Morena Plazzi ha chiesto che un maresciallo dei carabinieri venga processato con l’accusa di omicidio volontario, mentre un brigadiere, i cui spari colpirono di striscio il giovane, e’ accusato di lesioni.


L’udienza preliminare e’ in programma il prossimo 20 ottobre davanti al Gup Andrea Scarpa. Decisive, ai fini della richiesta della Procura, sono state l’autopsia e l’analisi dei reperti fatta dal Reparto operativo e dal Ris dei carabinieri: ne emerse una ricostruzione piuttosto diversa da quella riferita dai militari che agirono quella notte, per i quali a sparare contro Altin Goseni sarebbe stato solo il maresciallo, mentre l’altro militare avrebbe fatto fuoco in aria. Una reazione giustificata da una torcia che il giovane stringeva nella mano e che sarebbe stata scambiata per un’arma. Invece, secondo l’inchiesta, entrambi i militari colpirono il ragazzo, incensurato e in regola con il permesso di soggiorno: sette furono i colpi esplosi, uno quello mortale, che da una decina di metri di distanza centro’ il torace, lesionando gli organi vitali.


La notte precedente era stata vista a Molinella una Fiat Multipla risultata rubata a Castelfranco Emilia (Modena) un mese prima, con all’interno del materiale a sua volta oggetto di furto, mentre al centralino dell’Arma era stata segnalata una serie di furti, in appartamenti e in un’impresa di materiale elettrico. Cosi’ i carabinieri decisero di fare un appostamento.


Goseni arrivo’ con altre due persone su un’auto. Lui e il cugino si avvicinarono alla Multipla, poi videro i carabinieri e fuggirono in direzioni diverse mentre quello rimasto sull’auto riusci’ a dileguarsi. Uno dei due in fuga a piedi, S.I., 21 anni, venne placcato dopo poche decine di metri in un vicoletto, mentre Goseni ando’ verso l’argine di un canale: il maresciallo lo segui’ e poi racconto’ di aver intimato altre due volte l’alt, sparando due colpi di pistola in aria, inutilmente. A quel punto, secondo il suo racconto, il fuggiasco si sarebbe girato di scatto, con in mano un oggetto metallico: impossibile non sparare.


I famigliari della vittima, che vivono nel modenese, si costituiranno parte civile: ”La famiglia non ha mai avuto sentimenti di avversione o rancore – ha spiegato l’avv. Enrico Fontana – ma con la massima serenita’ hanno sempre chiesto che venisse fatta chiarezza sull’episodio. Da parte nostra c’era fin dall’inizio la massima stima nei confronti dell’Arma dei carabinieri e della magistratura, stima ancor piu’ rafforzata da questo primo esisto dell’indagine”.