Da oggi la vera ‘passata’ italiana è più tutelata. Con il pomodoro fresco e con l’etichetta più chiara ci si potrà difendere meglio dall’assalto delle contraffazioni e falsificazioni, in particolare dal ‘made in China’. Ad annunciarlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori che esprime soddisfazione per la firma, dopo le ultime verifiche comunitarie, del decreto, appunto, sulla definizione della passata di pomodoro.


Tale decreto -afferma la Cia- è molto importante perché rende finalmente trasparente il metodo di produzione che viene adottato per la passata. Da oggi, infatti, potrà chiamarsi passata di pomodoro solo quella proveniente da spremitura di pomodoro fresco, eliminando il rischio di utilizzare tale definizione anche per i prodotti a base di concentrato di pomodoro, tra cui possibili provenienze di prodotto clandestino cinese. Questi prodotti dovranno essere indicati con nomi differenti.

Nel testo del decreto sono, inoltre, puntualmente definiti i requisiti, i parametri e le metodologie di analisi che -sostiene la Cia- dovranno essere rispettati per poter utilizzare tale definizione, rendendo così più agevole anche il lavoro dei controlli da parte dell’Ispettorato per la repressione frodi.

Questa normativa, oltre ad aumentare la trasparenza dell’informazione ai consumatori, rappresenta -conclude la Cia- un prezioso contributo alla valorizzazione del nostro “made in Italy” di cui la passata di pomodoro è un’ importante componente, un vero fiore all’occhiello.