Dopo quasi 11 anni e tre mandati la carica di direttore generale, Paolo Cacciari ha consegnato nelle mani del suo successore, Augusto Cavina, il Policlinico S.Orsola-Malpighi.

Il passaggio del testimone fra Cacciari e Cavina, è stato l’occasione per fare il punto sullo stato di salute dell’azienda ospedaliero-universitaria che il nuovo direttore generale (si insedierà ufficialmente sabato) riceve in eredità: “Uno dei migliori d’Italia e sicuramente il più completo”, secondo Cacciari, rimasto al passo con i tempi dal punto di vista tecnologico e delle strutture, con “un’organizzazone consolidata e un buon livello medico”.

Un ospedale – ha sottolineato Cacciari – “che sostiene con grande dignità il proprio ruolo” dopo un periodo in cui ha risentito del cambio di generazione ‘in corsa’ fra i vecchi clinici e i loro successori, che può vantare, per esempio, il traguardo tagliato proprio in questi giorni dei 600 trapianti allogenici di cellulle staminali da donatore di midollo, oltre a una serie di cantieri e progetti aperti, dalla nuova ala in costruzione alle Nuove Patologie al Polo chirurgico di emergenza, fino, in attesa della sua realizzazione, alla Terapia Intensiva con sette nuovi posti letto che partirà ad ottobre. Ma il vino buono è caro e il problema del S.Orsola-Malpighi é che costa molto: circa 460 milioni di euro all’anno di spese di gestione con un deficit di 50 milioni di euro, di cui 10 però – ha precisato Cacciari – serviti a ripianare parte dei conti in rosso delle altre aziende sanitarie del territorio bolognese. Un deficit – ha spiegato il direttore generale uscente – dovuto soprattutto agli aumenti contrattuali che hanno portato di fatto al raddoppio del passivo.

Ed è con questo bilancio in rosso che Cavina dovrà fare i conti: “Uno degli obiettivi che mi sono stati assegnati con l’incarico – ha detto Cavina – è la valutazione delle cause dello squilibrio finanziario, che non è un problema solo del S.Orsola Malpighi ma che in questa azienda è proporzionalmente rilevante, e l’adozione di una serie di correttivi per l’equilibrio di bilancio”. Per il nuovo direttore generale, il problema principale è quello di attrarre sempre più pazienti da fuori regione, dato che circa il 75% delle entrate di un ospedale è costituito dai ricoveri.
Tra i principali obiettivi che sono stati assegnati a Cavina – che ha ringraziato pubblicamente Errani e il rettore Calzolari per averlo scelto – anche l’ulteriore sviluppo del livello di integrazione fra assistenza, ricerca e didattica (“le tre anime di questa azienda”), la prosecuzione e lo sviluppo dei programmi di investimenti per l’ammodernamento edilizio e tecnologico reperendo le fonti di finanziamento e una maggiore sinergia fra il S.Orsola-Malpighi e le altre aziende sanitarie del territorio bolognese.

“Non ho avuto occasioni propizie per via dell’unificazione in corso”, ha voluto puntualizzare a quest’ultimo proposito Cacciari, al quale Cavina, dopo i ringraziamenti di rito, ha formulato i migliori auguri “per le sue grandi attese professionali”. Dopo 11 anni al timone del S.Orsola Malpighi, Cacciari ha già cominciato a dedicarsi alla attività di formazione, come direttore, tra l’altro, di un master dell’università di Bologna sul coordinamento del personale infermieristico ma il suo obiettivo è vincere il concorso da professore associato di Igiene di cui è già ricercatore a contratto.