La ricchezza percepita e il livello di rinunce fatte quest’anno rivelano che probabilmente nel 2004 è stato toccato il fondo. Ma qualcosa sta cambiando. Demoskopea ha presentato, proprio alla vigilia di ‘Skipass 2005’, un’indagine sul consumatore di viaggi.

Scende la percentuale degli italiani che non fanno vacanze, e aumenta la lunghezza media dei viaggi. Se il turismo è un indicatore di ottimismo, c’è una piccola luce in fondo al tunnel dei consumi.
I segnali di una incoraggiante inversione di tendenza per il settore emergono dalla ricerca “Come cambiano i consumi degli italiani” condotta dal 27 al 30 settembre 2005, per conto di TTG Incontri, su un campione rappresentativo di 1000 individui di età compresa tra 14 e 79 anni.

Le previsioni sul potere d’acquisto dell’euro non sono rosee, ma esiste una discreta percentuale di ottimismo, che si traduce in un 66% di intervistati che nell’ultimo anno ha effettuato vacanze (nel 2004 erano il 62%).
Comincia a crescere la lunghezza della vacanza: il 39% ha fatto una vacanza lunga (33% nel 2004); il 16% una vacanza medio/lunga e alcuni week end (18% nel 2004) e l’11% solo week end (dato invariato)
Le mete di vacanza dei connazionali rimangono prevalentemente in Italia (68%) rispetto all’estero (20%) anche se c’è chi non disdegna entrambe le destinazioni (12%).

Riguardo alle motivazioni l’Italia è sinonimo di abitudine, meno inconvenienti e meno problemi di mobilità, tempi di spostamento ridotti e sensazione di maggiore sicurezza. Mentre per chi sceglie l’estero oltrepassare i confini nazionali è sinonimo di novità, prezzi convenienti e anche di qualità dell’offerta e servizi migliori rispetto a quelli italiani.

Cresce leggermente anche la spesa pro capite: la spesa media delle ultime vacanze si è assestata sui 764 euro a persona. Mentre, rispetto alle vacanze del futuro, il budget medio preventivato sale a 830 euro a persona. ricchezza percepita e il livello di rinunce fatte quest’anno rivelano che probabilmente nel 2004 è stato toccato il fondo.

Ma qualcosa sta cambiando: gli intervistati parlano ancora di grandi sacrifici, che vedono in primo piano beni primari come abbigliamento (73%) e alimentari (70%). Nel percepito collettivo la riduzione delle vacanze appare come terza voce (54%) nel contenimento del bilancio familiare. Ma, in materia di turismo, nel 2004 era il 65% degli intervistati a manifestare una riduzione di spesa.