Un bimbo di 4 anni e mezzo e’ morto precipitando dalla finestra al quarto piano di Villa Salus, lo stabile dove viveva a Bologna, destinato ad alloggiare immigrati. Una caduta con ogni probabilita’ accidentale.


Fernando, questo il nome del piccolo, era nato in Romania, ma era cresciuto in Italia. Aveva abitato al ‘Ferrhotel’, una struttura occupata per lungo tempo da romeni. Quando era stata sgomberata a marzo, con altre 150 persone era stato trasferito dal Comune nell’ex clinica del quartiere Savena, destinata ad alloggiare le famiglie regolari in attesa di una sistemazione.
Con la madre Mirela, 24 anni, e il padre Cristian, 27, a breve avrebbe dovuto ancora traslocare verso una nuova casa a Budrio.
A Bologna – dove il dibattito sulla legalita’ si infiamma proprio su temi come immigrazione, clandestinita’, baraccopoli e sgomberi – la morte di un bambino riporta bruscamente dalle parole ai fatti. Ad un palazzone di cinque piani in periferia, dove quasi ad ogni finestra ci sono panni stesi accanto ad un’ antenna parabolica. Ne ha una anche quella del monolocale, al quarto piano, da cui e’ caduto Fernando.


Il bimbo, secondo una prima ricostruzione, e’ salito su una sedia e si e’ affacciato alla finestra, perdendo l’ equilibrio.

Ha cercato di aggrapparsi ad una tenda, che pero’ si e’ strappata. E’ caduto nel vuoto. Il padre era in bagno, non ha potuto fare nulla. Di solito a quell’ora, erano circa le 11, era al lavoro. Dal 2001 ha il permesso di soggiorno. Fa il giardiniere per una cooperativa, la Manutencoop. Ma oggi c’era lo sciopero generale, e quindi era rimasto a casa. La madre, che non lavora, era fuori casa. Quando e’ rientrata il corpo del piccolo era gia’ stato rimosso. La donna, che soffre di problemi di salute, e’ arrivata in lacrime a Villa Salus. Poco dopo si e’ sentita male, ed e’ stata portata via in ambulanza.

Una famiglia unita, che aveva dovuto fare fronte a tanti problemi. E’ stato lo zio paterno, Lionel, a raccontare che il piccolo era molto vivace. Non era figlio unico: i genitori hanno altre due figlie, che pero’ vivono ancora con i nonni a Craiova, la loro citta’ di origine in Romania. Vivevano in Italia da oltre due anni. Come ogni emigrato, erano alla ricerca di una vita migliore. Anche per curare il piccolo: una loro amica, Lenuta Balatescu, ha raccontato tra le lacrime che i due genitori avevano fatto anche un viaggio in Francia per cercare di curare il bimbo, afflitto da un problema cardiaco che gli dava anche episodi di insufficienza respiratoria.


Sergio Cofferati ha voluto parlare con loro. E’ arrivato a Villa Salus assieme alla sua compagna, Raffaella Rocca. Ha spiegato che adesso Bologna dara’ loro una mano. ”Faremo tutto quello che serve per aiutare babbo, mamma e sorelline – ha detto poco dopo uscendo da Villa Salus – dobbiamo pensare a loro, non possiamo fare altro. Faremo tutto quello che serve per attenuare un dolore che non si risolve”. Anche Manutencoop ha gia’ assicurato il suo aiuto.

Forse gia’ domani il patologo legale eseguira’ l’autopsia gia’ disposta dal pm titolare dell’inchiesta, Lorenzo Gestri.

Intanto la scientifica analizzera’ i rilievi fatti nell’ appartamento, per vedere se la scena sia compatibile con la prima ricostruzione fatta. ”Allo stato – ha spiegato – non abbiamo elementi per pensare ad altro rispetto alla disgrazia”.