Dopo l’assoluzione dall’accusa di terrorismo internazionale e da altri reati da parte della Corte d’Assise d’Appello di Milano, Mohamed Daki e’ subito tornato a Reggio Emilia, dove ha tuttora una sistemazione precaria presso la Caritas. Rientrando insieme al suo avvocato Vainer Burani, ha chiamato al cellulare la madre in Marocco per comunicarle la notizia dell’esito del processo, contro cui pero’ la Procura generale di Milano ricorrera’ in Cassazione.


Daki avrebbe voluto trovare un’occupazione nel settore informatico ma – spiega – non gli e’ stato possibile perche’ non puo’ ottenere il permesso di soggiorno essendo sprovvisto di documenti.
”Tra un po’ vedremo questo signore tra le star delle manifestazioni dell’estrema sinistra – afferma in una nota il consigliere regionale di Fi Fabio Filippi – e magari ci verra’ presentato come una vittima del sistema e del clima di odio nei confronti degli extracomunitari che vengono in Italia per cercare lavoro”.
Nonostante l’assoluzione, per l’esponente azzurro, invece, ”ce ne e’ abbastanza per dichiarare Daki persona indesiderabile”.