Il 70% delle donne dopo i 50 anni e in menopausa ha i valori della pressione ‘fuori posto’, superiori cioè a quelli ottimali (140/90). Vale a dire che 100.000 donne tra Modena e provincia (660.000 in tutta l’Emilia Romagna) sono ipertese.

”L’ipertensione è il fattore di rischio cardiovascolare più presente nella donna e può provocare fibrillazione atriale e demenze vascolari – ammonisce la prof. Mariagrazia Modena, direttore della cattedra e della divisione di Cardiologia del Policlinico di Modena e presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC).

Per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo problema, nell’ambito del maggiore congresso nazionale dei cardiologi che si conclude oggi a
Roma, anche un talk show rivolto ai cittadini condotto dal dr. Carlo Gargiulo, consulente della trasmissione di Rai 3 Elisir. ”In mancanza di
interventi di sensibilizzazione sul fronte della prevenzione, dei ritmi di vita sempre più stressanti, del fumo e dell’alimentazione scorretta – ha aggiunto la prof. Modena, tra i relatori del dibattito – la diffusione dell’ipertensione è destinata ad aumentare. Con enormi rischi: può infatti portare anche alla demenza”.

Oltre il 50% delle demenze ha cause legate al funzionamento difettoso del sistema circolatorio. ”L’ipertensione a lungo non curata – ha spiegato Modena – può portare all’insufficienza cardiaca e alla cardiomiopatia ipertensiva. Questa condizione può causare fibrillazione atriale,
patologia spesso misconosciuta perchè non avvertita e quindi non trattata con la terapia anticoagulante adeguata. Uno stato che è alla base della demenza vascolare dovuta ad embolizzazione del cervello che si osserva in molte donne anziane. Un riconoscimento più attento e una prevenzione
precoce può in questo caso prevenire effetti disastrosi”.

Oggi, secondo gli esperti, l’attenzione per la salute delle donne deve andare sulla prevenzione cioè indagare la diversa espressione dei fattori
di rischio, soprattutto l’ipertensione, nei due sessi e il loro trattamento. Nelle donne infatti più spesso che negli uomini, soprattutto dopo la menopausa, prevalgono, oltre all’ipertensione, l’obesità, il
soprappeso e le alterazioni del metabolismo glucidico fino al diabete. I dati relativi alle ultime ricerche epidemiologiche dell’Istituto Superiore
di Sanita’ e di altri enti regionali, indicano come, oltre a quelli pressori, dopo i 50 anni e in particolare nelle donne in post-menopausa
anche i valori di colesterolo e glicemia risultano spesso largamente fuori norma. La terapia deve tener conto di questi fattori di rischio. E nella
scelta dei farmaci è necessario usare quelli con effetto favorevole nella riduzione non soltanto la pressione arteriosa ma anche dei fattori di
rischio associati in modo da semplificare il trattamento e non dover ricorrere a molte assunzioni.

Su questo fronte, è stato confermato al congresso che le molecole anti-ipertensive che riducono l’attivita’ del sistema renina-angiotensina,
come gli ACE-inibitori e i sartani, sembrano essere superiori ad altre classi di farmaci nel prevenire o ritardare l’insorgenza del diabete soprattutto nelle persone già in sovrappeso.