Verificare l’origine nazionale per essere sicuri della stagionalità, acquistare quantità contenute per ridurre gli sprechi, preferire le produzioni locali che garantiscono maggiore freschezza e privilegiare gli acquisti diretti dagli agricoltori per contrastare la moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola. E’ quanto consiglia la Coldiretti, in occasione della diffusione dei dati Istat sull’inflazione, risultata stabile nel mese di novembre.

Coldiretti sottolinea che sono necessari controlli sulla trasparenza dei cartellini contro le speculazioni che, complici il Natale e la scusa del maltempo, rischiano di aggravare ingiustamente la spesa dei cittadini, nonostante che in campagna i prezzi pagati agli agricoltori siano diminuiti del 5,1 per cento.
Nei primi undici mesi del 2005, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo l’Ismea – precisa la Coldiretti – i prezzi dei prodotti agricoli in campagna sono diminuiti complessivamente del 5,1 per cento con cali più accentuati per i vini e per i cereali (-21 per cento), la frutta (-10 per cento), le piante destinate alla trasformazione industriale (-6 per cento), i maiali (-6 per cento), il pollame e i conigli (-5 per cento) e il latte e derivati (-2 per cento).

Di fronte all’ampia forbice tra produzione e consumo l’obiettivo di Natale – sostiene la Coldiretti – deve essere quello di garantire alla vendita etichette a norma di legge che consentano ai consumatori di mettere a confronto diversi negozi e prodotti per origine, qualità, varietà e prezzo, ma anche per riconoscere la stagionalità delle produzioni e distinguere tra i prodotti importati e quelli nazionali che – sottolinea la Coldiretti – non essendo soggetti a tempi lunghi di trasporto garantiscono maggiore freschezza e livelli sanitari elevati.

Il rischio infatti – continua la Coldiretti – è che senza saperlo i consumatori, pensando di acquistare pomodori campani o pugliesi, verdure siciliane o frutta secca di prima qualità comprano invece a caro prezzo un prodotto di scarto di origine belga, olandese, spagnola, marocchina o turca. La possibilità che vengano spacciati come Made In Italy prodotti importati è dimostrata dal fatto che nonostante la legge in vigore preveda sanzioni, etichette in regola con le informazioni relative alla categoria, alla varietà e soprattutto all’origine sono sempre più rare sui banchi di vendita.

E per questo la Coldiretti ha messo a punto un vademecum per ottimizzare gli acquisti che invita a verificare la presenza dell’etichetta di provenienza, prediligere le varietà di stagione coltivate in serra o in pieno campo che presentano le migliori caratteristiche qualitative e il prezzo più conveniente; preferire le produzioni e le varietà locali che non essendo soggette a lunghi tempi di trasporto garantiscono maggiore freschezza; privilegiare gli acquisti diretti dagli agricoltori, nei mercati rionali e di Paese e nei punti vendita specializzati della grande distribuzione dove è possibile fare buoni affari ed è più facile individuare l’origine e la genuinità dei prodotti; scegliere gli ortaggi e la frutta con il giusto grado di maturazione, quando sono esaltate le caratteristiche organolettiche e nutrizionali; optare per acquisti ridotti e ripetuti per garantirsi sempre l’elevato grado di freschezza; privilegiare il consumo di verdure crude perché con la cottura si perde parte di acqua, sali minerali e vitamine.