105 bambini palestinesi sono stati assistiti in ospedali israeliani, nei primi sei mesi del 2005, grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna: 70 sono stati ricoverati per accertamenti e cure, 35 sono stati sottoposti a intervento chirurgico.

E’ Saving Children, accordo promosso dalla Regione Emilia Romagna e dalla Fondazione Shimon Peres, che vede l’Azienda USL di Bologna incaricata di gestire il progetto: curare bambini palestinesi e facilitare lo scambio scientifico e formativo tra medici isreaeliani e palestinesi, per favorire il dialogo di pace.
In questi giorni sono a Bologna 50 medici, 25 palestinesi e 25 israeliani per formazione e per discutere sull’andamento del progetto; 4 di loro, inoltre, palestinesi, sono in Emilia Romagna da una settimana anche per conoscere e frequentare le strutture ospedaliere dell’Emilia Romagna.
Il progetto Saving Children è nato nell’estate del 2003 dall’incontro tra la Fondazione Shimon Peres, l’ospedale Meyer di Firenze e Regione Toscana, e, oggi, insieme alla Regione Emilia-Romagna, coinvolge anche la Regione Umbria. I dati complessivi dei primi sei mesi del 2005, indicano che Saving Children ha consentito di ricoverare negli ospedali israeliani che aderiscono al progetto 362 bambini palestinesi, di visitarne 241 e di effettuare 121 interventi chirurgici, 105 dei quali di cardiochirurgia. I bambini da assistere sono stati individuati da un comitato scientifico composto da medici palestinesi e il costo delle cure è stato sostenuto al 50% dall’ospedale stesso, al 50% dai fondi del progetto.

Secondo Franco Riboldi, direttore generale dell’Azienda USL di Bologna, “questo progetto è un modo per mettere in contatto nuclei familiari palestinesi e israeliani, in modo che, di fronte al dolore dei bambini e agli sforzi per asisterli e curarli, possano dialogare tra loro, scoprirsi reciprocamente e conoscersi al di là di stereotipi o pregiudizi”.
La Regione Emilia-Romagna partecipa, nell’arco di tre anni, con 1.200.000 euro sia al finanziamento delle cure – 1.110.000 euro – sia al progetto di formazione e scambio per pediatri palestinesi, israeliani e italiani – 90.000 euro.
Punto qualificante del progetto è il meccanismo di finanziamento: il rapporto è diretto con gli ospedali israeliani che eseguono i ricoveri; la Regione Emilia Romagna contribuisce al pagamento del 50% della tariffa dell’ospedalizzazione mentre l’altro 50% viene offerto dall’ospedale israeliano che esegue la cura.

La necessità è rispondere alla tragedia di quei bambini palestinesi che muoiono per assenza di cure. L’idea significativa del progetto consiste nel mettere fianco a fianco medici palestinesi e israeliani per lavorare insieme in ospedali israeliani a favore di questi bambini. Altro aspetto importante è quello di favorire la vicinanza di familiari israeliani e familiari palestinesi accanto al bambino malato: il dialogo, in questo caso, è immediato.
In Palestina, in Cisgiordania e nella striscia di Gaza, vivono tre milioni e mezzo di persone, la metà di loro sono bambini sotto i quindici anni: 750 bambini palestinesi provenienti dalla West Bank e da Gaza, grazie a Saving Children sono stati curati negli ospedali di Tel Aviv, Haifa e Gerusalemme, in dodici mesi tra il 2003 e il 2004.
Dei 750 bambini curati nel primo anno di progetto, 200 sono stati sottoposti a interventi chirurgici, per problemi di natura cardiologica, neurochirurgica, ortopedica e ricostruttiva dalle ustioni.