Una fotografia della condizione di bambini e adolescenti in Emilia-Romagna e sui servizi ad essi dedicati, con approfondimenti su interventi, progetti, evoluzioni legislative E’ “Crescere in Emilia-Romagna”, primo rapporto sui servizi e sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, presentato ieri nella Sala Auditorium della Regione Emilia-Romagna, a Bologna, nell’ambito di un seminario cui hanno partecipato amministratori e studiosi.


La pubblicazione, promossa dall’Osservatorio regionale infanzia e adolescenza e frutto di un lavoro congiunto fra differenti professionalità di vari settori della Regione, intende offrire ad amministratori pubblici, dirigenti, progettisti, insegnanti, studenti ed operatori il quadro più oggettivo e completo possibile sulla condizione dei cittadini di questa fascia d’età con approfondimenti su interventi, progetti, evoluzioni legislative.
Il testo è suddiviso in sei sezioni che presentano un panorama dei diversi contesti di crescita delle giovani generazioni: I bambini, i ragazzi e le famiglie; l’educazione, l’istruzione e la formazione; le difficoltà del crescere; la tutela: tra reti di protezione e iniziative coordinate di promozione; la nascita, l’infanzia e l’adolescenza: i nuovi bisogni sociali e sanitari; le opportunità per i bambini e i ragazzi. Ogni ambito di indagine è integrato da tavole e grafici attraverso cui è offerto un inquadramento dei temi trattati, con indicatori elaborati sulla base di statistiche correnti e indagini periodiche.


“Questo rapporto – afferma l’assessore alla Promozione delle politiche sociali, Anna Maria Dapporto -, vuole essere un incentivo ed uno strumento di conoscenza per ricostruire un quadro complessivo dei servizi, delle iniziative e delle attività, delle politiche per l’infanzia e l’adolescenza, integrare saperi e superare autoreferenzialità e settorialità che non sono più sufficienti ad affrontare, con efficacia, i problemi di una società complessa e i bisogni dei singoli”. “L’obiettivo finale – continua l’assessore – sta nel ripensare e ridisegnare le politiche regionali e locali per le famiglie e per le nuove generazioni con l’apporto di tutti, nel solco tracciato dalla legge 285/97, per fare seguire a programmi e progetti impegni economici precisi, con la certezza che puntare sull’infanzia e sull’adolescenza sia un investimento produttivo per tutta la comunità, e che prevenire è meglio che riparare e ri-educare”.