Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, ha avuto parole polemiche nei confronti della relazione sull’amministrazione della giustizia nel distretto dell’Emilia-Romagna per l’anno 2006 tenuta dal presidente della Corte d’Appello di Bologna Manlio Esposito in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario.


”Sono in grande imbarazzo – ha detto Giovanardi abbandonando l’aula della cerimonia quando erano previsti alcuni interventi – per i toni offensivi che sono stati usati nei confronti di un Parlamento sovrano. Toni che respingo con sdegno”.
”Mi riferisco a quelli usati nella relazione iniziale che contiene critiche assolutamente immotivate e processi alle intenzioni sulle riforme che un Parlamento democratico ha varato”.
”Sono venuto qui per l’apertura dell’anno giudiziario – ha aggiunto – non per partecipare a ‘Ballaro”. Ma almeno a ‘Ballaro” c’e’ il dibattito fra le parti, che possono confrontarsi”.
Nella relazione del presidente Esposito ci sono alcuni passaggi critici nei confronti della riforma dell’ordinamento giudiziario.


Il gesto del ministro per i Rapporti
con il Parlamento, Carlo Giovanardi, che ha abbandonato la cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario a Bologna dopo la relazione del presidente della Corte d’appello Manlio Esposito “incomprensibile e ingiustificato”. Lo ha invece detto il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, al termine della cerimonia odierna.



“Non poteva essere diversamente”. Il
procuratore capo di Bologna, Enrico Di Nicola, risponde cos a chi gli chiede di commentare il fatto che il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, abbia abbandonato la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario in polemica con la relazione del presidente della Corte d’appello di Bologna.

“La posizione dei magistrati, per – ha aggiunto Di Nicola -, deve essere questa anche in sede istituzionale”. Giuste, quindi, le critiche rivolte dal presidente della Corte d’appello bolognese, Manlio Esposito, alla riforma dell’ordinamento: “Perch i magistrati hanno giurato per una Costituzione che messa in pericolo da queste riforme”.