La fibrillazione atriale è la prima causa di ricovero in Pronto Soccorso per disturbi del ritmo cardiaco e, sebbene considerata un’aritmia relativamente benigna, è gravata da una serie di gravi complicanze come l’ictus cerebrale, il cui rischio è aumentato fino a 7 volte in presenza di fibrillazione atriale. Inoltre, anche se colpisce prevalentemente soggetti anziani, non è infrequente in persone giovani e apparentemente sane.

Domani 4 marzo un convegno, organizzato dal Servizio di Aritmologia della Cardiologia dell’Ospedale di Bentivoglio, Azienda Usl di Bologna, farà il punto della situazione sulla terapia farmacologica tradizionale e sulle emergenti tecniche non-farmacologiche per il trattamento della fibrillazione atriale, un’aritmia responsabile dell’accelerazione e dell’irregolarità del battito cardiaco che altera profondamente la qualità della vita di molte persone.

L’approccio diagnostico e terapeutico può risultare profondamente diverso a fronte di una stessa aritmia. Al convegno interverranno 23 aritmologi provenienti da numerosi Centri Cardiologici della Regione Emilia Romagna. Il confronto fra esperti dovrebbe portare ad una maggiore coordinazione tra i diversi contesti in cui la fibrillazione atriale viene più frequentemente gestita sia fuori dall’ospedale (a domicilio, nell’ambulatorio specialistico e quello del medico di famiglia) che dentro l’ospedale (il reparto di cardiologia o di medicina interna/geriatria, il Pronto Soccorso), ottimizzando e accorciando il percorso terapeutico e i tempi di degenza.

Il convegno è stato patrocinato oltre che dall’Azienda USL di Bologna anche dall’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO), dalla Società Italiana di Cardiologia (SIC), dall’Associazione Italiana Aritmie e Cardiostimolazione (AIAC) e dall’Associazione Regionale Cardiologi Ambulatoriali (ARCA).