In merito alla situazione di tensione sociale di via Adda nel quartiere Braida, la Cgil di Sassuolo ritiene che la ricerca di effettivi strumenti
d’integrazione siano l’unica strada per evitare fratture nella società civile e avviare un processo di avvicinamento tra diverse nazionalità e culture.


L’impegno di tutti – istituzioni, forze dell’ordine, associazioni – deve essere rivolto ad allargare il coinvolgimento dei nuovi cittadini immigrati
e isolare chi delinque, chi spaccia e i violenti, e avviare al contempo un vero processo di inclusione per i nuovi cittadini.
Nel distretto gli immigrati sono circa 8.000, di cui oltre 4.000 a Sassuolo, provenienti da 78 diverse nazionalità. Bisogna sempre tener presente che la maggior parte degli mmigrati sono persone oneste, si sentono a tutti gli effetti cittadini italiani e contribuiscono con il loro lavoro alla crescita della comunità, facendosi carico quasi sempre dei
lavori più pesanti, poco qualificati e meno pagati, spesso costretti ad accettare le forme più precarie e meno tutelate di lavoro, assunti con le forme flessibili della legge 30 o come soci di cooperative “spurie”.

La Cgil ribadisce la contrarietà a qualsiasi forma di violenza, da parte di chiunque. Le leggi e le regole devono essere uguali per tutti. Sono altresì
fermamente da condannare abusi e giustizialismo fai da te.
Questo non vuol dire essere contro le forze dell’ordine, semmai il contrario!!
La Cgil e il sindacato di Polizia affiliato Silp per la Cgil
sono stati tra i primi, e fortunatamente non i soli, a chiedere per Sassuolo e provincia il rafforzamento degli organici della polizia, e la dotazione di mezzi e strumenti efficaci a permettere alle forze dell’ordine l’effettiva operatività di tutela delle persone e del territorio.

In questo senso auspichiamo che il Prefetto risponda in modo rapido e positivo alla richiesta d’incontro urgente avanzata da più parti dei
Sindacati di Polizia, non ultima la sollecitazione di ieri di Silp Anip e Consap, per affrontare i nodi veri della sicurezza a Sassuolo.
Questi problemi non sono stati, purtroppo, tra le priorità di questo governo. Non vi è stato nessun segnale o risposta in questa direzione, tanto meno lo è stato la legge Bossi-Fini che ha contribuito ad allargare il fenomeno della criminalità e dello spaccio dato che, chi è costretto a vivere in clandestinità (spesso per sopravvivenza) va a finire nelle maglie del ricatto e quindi della delinquenza.

La Cgil ribadisce che va respinto il tentativo di instaurare a Sassuolo un clima di odio e di separazione tra i cittadini, i nuovi cittadini e le
forze dell’ordine, e va respinta l’impostazione di chi tenta di far passare la città di Sassuolo come una città violenta.

(Rocco Corvaglia, coordinatore Cgil Sassuolo)