Partirà nei prossimi giorni il piano straordinario di controllo dei cinghiali. Il servizio Faunistico della Provincia di Modena ha già individuato le zone dove intervenire, mentre la Polizia provinciale sta organizzando le squadre di cacciatori che collaboreranno agli interventi.

Voluto dalla Provincia, il Piano nasce dall’esigenza di risolvere il problema dei pesanti danni arrecati alle coltivazioni e prevede azioni di controllo numerico, cioè l’abbattimento di capi, in diverse aree del territorio montano.

E di cinghiali ha discusso di recente anche il Consiglio provinciale in seguito ad una interrogazione di Luca Caselli (An) sui criteri applicati dalla Polizia provinciale nel scegliere i cacciatori per un intervento di selezione condotto dalla Polizia provinciale in febbraio a Gaiato di Pavullo. Caselli ha sollecitato un maggiore controllo sull’organizzazione degli interventi perché “questa attività sta provocando malcontento tra i cacciatori”. Su questo punto Alberto Caldana, assessore provinciale all’Ambiente con delega alla caccia e pesca, ha affermato che “oltre ai problemi dei cacciatori, dobbiamo preoccuparci di quelli degli agricoltori e dei danni che stanno subendo dalla proliferazione dei cinghiali in montagna. Per questo abbiamo deciso un piano straordinario di controllo”.

Partendo dall’episodio di Gaiato, il dibattito in Consiglio si è allargato al problema delle modalità di organizzazione della selezione del cinghiale. Per Tomaso Tagliani (Udc) i piani di controllo “devono essere gestiti dai cacciatori delle zone interessate, ripristinando la collaborazione tra agricoltori e cacciatori”. Giorgio Barbieri (Lega nord) ha sottolineato che “al primo posto ci sono gli interessi degli agricoltori, la caccia è uno sport anche se qualcuno la sta trasformando in un affare”. Un concetto ripreso da Walter Telleri (Verdi) il quale ha ricordato che “quando un cinghiale devasta un campo coltivato, per un anno non cresce più foraggio. Occorre assegnare la responsabilità dei danni alle squadre di cacciatori”. Aldo Imperiale (Prc), infine, ha chiesto di “organizzare meglio la caccia, secondo criteri di merito tra le squadre e per zona fissa affidata alle squadre migliori, perché è la caccia che deve servire a controllare i cinghiali e non i piani straordinari”.