E’ stata la polizia scientifica di Bologna a trovare tracce di sangue sul furgone del marito, fermato per il delitto dopo poche ore: le tracce potrebbe rivelarsi determinanti nell’indagine sull’omicidio di Stefania Casolari, avvenuto a Sassuolo, nell’abitazione della donna, lunedì pomeriggio.

Dopo le analisi, se risulterà sangue della donna diventerà un indizio schiacciante, anche se ancora non è stata trovata l’arma del delitto e nemmeno indumenti insanguinati. Il marito, però, al momento del fermo non indossava biancheria intima pur essendo nel suo negozio, e aveva graffi sul viso e sui polsi.

L’uomo ha poi raccontato di essere entrato in casa quel pomeriggio, di aver trovato la moglie al telefono con l’amante, di essersi infuriato e di averla picchiata durante una lite.
La gelosia, il rifiuto di veder finire il matrimonio, sarebbero secondo la polizia di Sassuolo, il movente del delitto. Lei si era difesa con le unghie, sotto cui sono state trovate tracce organiche che verranno analizzate attentamente.

Ma Zambelli continua a sostenere di non averla uccisa, di aver solo litigato con lei. Stefania Casolari è stata colpita con un coltello 28 volte, con una ferocia inaudita, 25 colpi sono finiti sul collo e alla gola. La donna è morta perché le sono state recise carotide e trachea, ma secondo il medico legale la sua agonia è durata comunque almeno 5 minuti.
Nel frattempo, in mattinata, si e’ tenuta l’udienza di convalida del fermo dell’elettricista, ma forse solo domani si conoscera’ la decisione del Gip. Gli avvocati difensori di Zambelli hanno chiesto che all’uomo vengano concessi gli arresti domiciliari.

Domani i funerali di Stefania Casolari.