Stroncata dai Carabinieri di Reggio Emilia una banda italo-romena che clonava bancomat e carte di credito, 39 indagati e 29 fermi.

E’ stata chiamata ‘Nasolie’ (ovvero le carte di credito, come vengono chiamate in Romania) l’operazione condotta dai carabinieri nelle province di Reggio Emilia, Verona, Roma, Bergamo e Milano.
La banda agiva nel territorio nazionale, europeo ed extraeuropeo. La clonazione correva via sms con l’indicazione dei dati decriptati delle ‘nasolie’ clonate.

l’indagine, condotta dai Carabinieri con il coordinamento del Pm Maria Rita Pantani, sostituto della Procura diretta da Italo Materia, era stata avviata nel luglio 2005 nei confronti di un gruppo composto da cittadini romeni e italiani, la cui attività ‘imprenditoriale’ ha fruttato illeciti introiti nell’ordine di milioni di euro: non solo grazie alle clonazioni di carte di credito e bancomat attraverso innovative e sofisticate tecniche informatiche, ma anche tramite l’intercettazione di transazioni di danaro avvenute tramite i Money Transfer Office.
I ‘criminali informatici’ si inserivano infatti nel circuito informatico dei Money Transfer Office, captavano i codici identificativi e i dati anagrafici delle ignare persone destinatarie dei trasferimenti di danaro, quindi deviavano il flusso in favore di correi che con documenti falsi si recavano nei corrispondenti uffici per ritirare le somme.

Durante le perquisizioni i carabinieri hanno sequestrato appunti manoscritti con codici segreti di bancomat e carte di credito, apparati Pos per la lettura di carte di credito manomessi, un apparato cattura codici (Skimmer), svariate carte con banda magnetica non ancora intestate, numerosi computer con software in grado di decodificare i codici indebitamente acquisiti, 26 telefoni cellulari, una quarantina di sim card e contante ritenuto provento dell’illecita attività.
L’organizzazione criminale era collegata con altre strutture operanti in Corea, Belgio, Spagna, Inghilterra, Stati Uniti, Giappone, Francia e Romania, con le quali – hanno appurato le indagini – c’era l’interscambio dei codici segreti delle carte di credito e/o bancomat da clonare, che veniva effettuato via posta elettronica negli Internet Point dove i promotori dell’organizzazione si recavano per scaricare ed inviare i codici acquisiti.