“Le future risorse dello sviluppo rurale dovranno essere orientate a potenziare il rapporto delle imprese agricole con il mercato e a sostenere iniziative capaci di aggregare lungo la filiera, per poter competere in uno scenario sempre più agguerrito, ed in grado di aumentare la qualificazione, la distintività delle nostre produzioni e, in ultima analisi, il reddito dei nostri produttori”.


Queste le parole dell’assessore regionale all’Agricoltura in occasione della presentazione del Rapporto 2005 sul sistema agro-alimentare dell’Emilia-Romagna, illustrato oggi a Bologna alla presenza del ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro.

Promosso dall’assessorato regionale all’Agricoltura e da Unioncamere Emilia-Romagna, il Rapporto fornisce un’analisi dettagliata sull’andamento del comparto agricolo. “Il quadro delineato presenta molte ombre, ma anche alcune novità positive – ha dichiarato l’assessore Rabboni – I non buoni risultati dell’annata trascorsa vanno comunque contestualizzati all’interno delle performance negative dell’agricoltura italiana ed europea”.
“Tra i segnali positivi – ha continuato l’assessore – la ripresa delle esportazioni, la crescente richiesta di prodotti biologici ed anche le buone posizioni di mercato di alcune produzioni regionali, come le carni bovine ed trasformati”
L’assessore ha ricordato anche l’aumento del ricorso al credito a medio e lungo termine, che “testimonia una ritrovata propensione al rinnovamento ed al rafforzamento delle strutture”, e come nel corso del 2005 siano state mobilitate, con il Piano regionale di sviluppo rurale, risorse per oltre 160 milioni di euro di nuova programmazione.

Nel corso della mattinata è stata presentata la prima parte dell’indagine sulla competitività delle filiere commissionata dalla Regione, che riguarda l’ortofrutta, il lattiero-caseario e la vitivinicoltura.
Preannunciando una serie di provvedimenti che saranno resi noti dopo l’insediamento delle commissioni Agricoltura di Camera e Senato, il ministro De Castro ha sottolineato che l’Italia deve recitare un ruolo da protagonista nel rapporto con la Ue e che il recupero di competitività sarà al centro di tutte le iniziative di Governo.

Il rapporto agroalimentare
Due i comparti particolarmente alla ribalta nel 2005: l’avicolo e il bieticolo-saccarifero. L’emergenza aviaria ha prodotto in Italia un crollo dei consumi di carne avicola (-70%), mentre la riforma dell’Ocm zucchero ha portato alla chiusura di 13 stabilimenti su 19 (6 in Emilia-Romagna), mettendo in crisi tutto l’indotto. Per trovare colture alternative e remunerative, che permettano di valorizzare oltre 150 mila ettari, tra industrie e sindacati è stato siglato un protocollo quadro nazionale, che indica la produzione di bioetanolo, biodiesel ed energia elettrica da biomasse come progetti prioritari di ristrutturazione degli ex-zuccherifici.
“La riconversione – ha affermato Rabboni – è una delle emergenze da affrontare, assieme all’erogazione degli aiuti di settore all’agricoltura ed alla prossima campagna della frutta estiva”.
Il valore della produzione lorda vendibile (Plv) dell’agricoltura emiliano-romagnola ha subìto nel 2005 una flessione (-6,6%), che segue quella altrettanto consistente del 2004.Il calo ha interessato sia gli allevamenti (-5,8%) sia le produzioni vegetali (-7,3%) e tutti i relativi comparti (cereali -12,2%, patate e ortaggi -9,6%, colture frutticole -0,7%, vino -14,8%, ad eccezione delle piante industriali +20,7%). I fattori congiunturali che hanno influito maggiormente sono stati l’andamento negativo dei prezzi all’origine e la diminuzione dei livelli produttivi rispetto al 2004. La redditività delle aziende agricole si conferma in peggioramento: il reddito netto aziendale nell’ultima annata è mediamente diminuito di oltre il 12%, mentre nel quadriennio la perdita di redditività è stata circa del 45%.

A fine settembre 2005, la consistenza del credito agrario in Emilia-Romagna ha raggiunto i 3.608 milioni di euro, di questi 1.465 milioni di euro fanno riferimento alle operazioni con durata inferiore ai 18 mesi; i rimanenti 2.143 rappresentano la consistenza del credito agrario di medio-lungo periodo, destinato a finanziare le costruzioni rurali (43,4%); gli investimenti in macchine e attrezzi, (38,3%); mentre il rimanente 18,4% va a sostegno delle necessità finanziarie relative all’acquisto di terreni. L’occupazione agricola in regione nel 2005 si è ridotta di 5.000 unità (-5,6%), contro flessione nazionale pari a -4,3%.
Per quanto riguarda l’industria alimentare, già dal terzo e quarto trimestre del 2005 i dati sono di segno positivo, rispettivamente +0,1% e +0,5%, mentre in conclusione d’anno è negativa la risposta del settore alimentare nazionale (-0,2%). Il fatturato è caratterizzato da variazioni negative nei 12 mesi, ma manifesta nel secondo semestre 2005 un certo miglioramento e rappresenta il 21% del fatturato dell’industria alimentare del Paese.

I primi dati provvisori sugli scambi con l’estero di prodotti agro-alimentari evidenziano che le importazioni regionali si riducono del 4,6%, a prezzi correnti, mentre le esportazioni crescono del 4,3%, raggiungendo rispettivamente i 3.669 ed i 3.138 milioni di euro. Il saldo per i soli prodotti agro-alimentari, quindi, continua a rimanere negativo, ma si riduce marcatamente, scendendo a -531 milioni di euro, rispetto ai -836 milioni dell’anno precedente.
L’attuazione del Piano regionale di sviluppo rurale nel 2005 ha registrato un aumento considerevole rispetto all’anno precedente, attestandosi su valori di oltre 160 milioni di euro, il 20,7% del contributo complessivo dell’intero periodo 2000-2005 (pari ai 772 milioni di euro). I dati finali della rendicontazione del Piano evidenziano oltre 9.000 beneficiari e ben 156 milioni di euro di nuova programmazione (di cui 66 milioni di provenienza comunitaria), contro poco meno di 6.500 beneficiari e circa 74 milioni di finanziamenti nel 2004. Per quanto riguarda le risorse, i budget sono stati utilizzati per oltre il 95% in termini di impegni e per oltre il 100% in termini di pagamenti.
Per quanto riguarda i finanziamenti collegati alle politiche Ue, nel 2005, secondo i dati forniti da Agrea (l’organismo pagatore regionale) i finanziamenti hanno raggiunto i 538 milioni di euro, pari al +37% rispetto all’anno precedente.