Nessun dei medici della maternita’ dell’ospedale Maggiore di Bologna, che hanno eseguito le ecografie, si era mai accorto delle anomalie del feto e ai genitori continuavano a ripetere che il nascituro era in perfetta salute. Alla nascita pero’ la brutta sorpresa: era senza le dita delle mani e dei piedi e con un insufficiente sviluppo delle ossa mascellari, malformazioni che in futuro potrebbero anche produrre un ritardo mentale moderato.

Per questo motivo i genitori hanno avviato una causa civile per chiedere un risarcimento danni di un milione di euro all’Azienda Usl di Bologna. La prima udienza il prossimo 20 luglio davanti al giudice Siro Sardo delle terza sezione civile del Tribunale del capoluogo emiliano.


Dal canto suo l’Azienda USL di Bologna esprime comprensione e solidarietà ai genitori, per il grave danno fisico del bimbo.
In un comunicato la stessa Azienda afferma che “l’esame ecografico, come testimoniano sia le linee guida dell’Associazione Italiana Ostetrica e Ginecologica per gli screening ecografici sia la letteratura scientifica in materia, purtroppo non prevede con precisione l’individuazione di malformazioni alle dita di mani e piedi negli esami di screening.
La signora non era a rischio di nessuna patologia malformativa del feto e gli esami condotti presso la Maternità, non hanno rilevato la presenza o il sospetto di possibili anomalie quali quelle purtroppo poi riscontrate alla nascita.
Il monitoraggio della signora durante la gravidanza è stato costante, scrupoloso e secondo le linee guida, e l’Azienda non ha rilevato negligenze nell’operato dei sanitari”.