Dalla vittoria dei mondiali è lecito attendersi un aumento delle esportazioni come è avvenuto nel 1982 quando si è verificato un incremento delle vendite nazionali all’estero del 15 per cento e a beneficiarne maggiormente sono stati i prodotti simbolo del Made in Italy nel mondo come i prodotti in cuoio che hanno fatto registrare un aumento record del 29 per cento, quelli dell’abbigliamento con una crescita del 19 per cento e i cibi e le bevande con una performance positiva del 15 per cento.

E’ quanto afferma la Coldiretti che per analizzare gli effetti del successo degli Azzurri sull’economia italiana ha verificato i dati storici dell’Istat sull’andamento delle esportazioni nell’anno della terza vittoria nazionale nei mondiali di Spagna del 1982, rispetto all’anno precedente.

I risultati positivi del passato sull’economia nazionale – sottolinea la Coldiretti – potrebbero peraltro risultare amplificati dallo sviluppo delle comunicazioni nell’ultimo quarto di secolo che gioca a favore del consolidamento dell’immagine di un Made in Italy vincente insieme a quella degli Azzurri campioni del mondo, fermo restando che il risultato dell’andamento della bilancia commerciale è influenzato da molteplici fattori che non è possibile isolare. La vittoria di Berlino – continua la Coldiretti – è comunque senza ombra di dubbio una importante chance per le imprese nazionali che si confrontano quotidianamente sui mercati esteri dove la spinta favorevole sulla domanda di prodotti nazionali deve essere colta per valorizzare le qualità offerte dal sistema economico nazionale.

Una considerazione che vale particolarmente per l’agroalimentare che, con un valore delle esportazioni pari ad oltre 20 miliardi di euro nel 2005, è un importante ambasciatore del Made in Italy nel mondo e può contare sui primati raggiunti sul piano della qualità, sicurezza alimentare e ambientale con la leadership di ben 155 denominazioni di origine italiane riconosciute nell’albo comunitario sul totale di 720 (22 per cento) e 476 vini Docg, Doc e Igt che devono essere difesi sul piano internazionale dalle falsificazioni ed imitazioni. Un pericolo che – conclude la Coldiretti – dopo il successo della Nazionale cresce sul mercato globale dove si stima che sia falso un piatto italiano su tre e il fatturato dei prodotti Made in Italy taroccati raggiunge gli oltre 50 miliardi di Euro.