“La zona della fascia ferroviaria è piena di edifici dismessi, ma non ci sono occupazioni. Il problema si è posto solo in due casi. Il primo negli edifici tra via Fanti e via Pico della Mirandola, all’ex casello ferroviario. Le Ferrovie dello Stato, dopo un nostro sollecito, sono intervenute chiudendo i varchi d’accesso. Il secondo caso riguarda invece la ex Kla, nella quale la Polizia Municipale ha effettuato quattro sgomberi nell’ultimo anno. La vastità non consente una chiusura definitiva dell’area, ma è previsto – da parte dei privati – un progetto che permetta di superare il problema”.


Lo ha dichiarato nel corso del Consiglio comunale il sindaco di Modena Giorgio Pighi, rispondendo ad un’interrogazione con cui Paolo Ballestrazzi (Modena a Colori) ricordava il recente incendio nell’edificio tra via Fanti e Pico della Mirandola e chiedeva quali iniziative avesse in progetto l’amministrazione per evitare il ripetersi di questi episodi. Il consigliere, inoltre, interrogava anche sui tempi di intervento all’ex Kla, sul condominio Lambda e “sulle varie zone della città prospicienti la fascia ferroviaria”, e chiedeva “se esista un progetto di intervento sulle zone a rischio e se tali aree siano state individuate”.

Ballestrazzi, in fase di illustrazione dell’interrogazione, ha spiegato che “dopo il dibattito sull’Hotel Eroina era evidente che eravamo interessati a presentare un’interrogazione per chiedere al sindaco qual è la valutazione che dà su questo progetto. Abbiamo il sospetto che il dibattito e le rassicurazioni degli assessorati abbiano avuto la finalità di spingere sul progetto complessivo di sistemazione edificatoria della fascia ferroviaria. L’impressione, in altri termini, è che l’amministrazione non abbia avuto la stessa velocità nella ricognizione delle emergenze e del successivo progetto. Si usano due pesi e due misure, come sempre. E’ un intervento non risolutore, tanto che gli stessi commercianti hanno dato parere favorevole, ma hanno detto che senza servizi quell’area non si risana. Certe zone della città continuano ad essere sottovalutate, mentre in altre si spinge perché ci sono interessi politici – non parlo certo di cose illecite – per cui si va a due velocità”.

Pighi ha ricordato che “il problema dell’occupazione di questi edifici è un tema su cui lavoriamo da molto, tanto che è stato preso in considerazione negli accordi con la Prefettura quando, con sottoscrizione degli accordi di sicurezza, alla Polizia Municipale sono state date competenze specifiche sulla sorveglianza e sull’intervento. Oggi, come detto, la fascia ferroviaria è piena di edifici dismessi, ma la Polizia Municipale lavora bene, tanto che non ci sono occupazioni”.

Il sindaco ha anche rilevato che, riguardo al monitoraggio delle zone a rischio, “periodicamente vengono convocate riunioni anche alla presenza dei capigruppo consiliari per individuare le priorità. A Modena messo è stato a punto un meccanismo di monitoraggio che coinvolge le Circoscrizioni, i cittadini e la Polizia Municipale. Le zone a rischio cambiano ogni giorno ed è importante cogliere i segnali”.

Ballestrazzi ha risposto dichiarando che le parole del sindaco “non risolvono nessuno dei miei dubbi, né nello specifico, né sul piano politico generale. Lei non può dire che gli episodi di emergenza sono due su tutto il territorio comunale, non è vero. Nell’ex Kla mi risulta che per quattro volte gli abitanti abusivi hanno avuto in dotazione servizi di acqua e luce. Che senso ha, nel rispetto del denaro dei modenesi, fare quattro interventi in un anno e poi consentire che gli abusivi abbiano acqua e luce, estremamente cari, che gravano sulle tasche dei modenesi?
Faccio fatica a seguirla nella logica del ‘tutto va bene’ – ha proseguito Ballestrazzi – So che è difficile intervenire in questi casi. Ricordo però un episodio del 1991, quando dovevamo discutere dello sgombero delle acciaierie. Non a caso Rusticali e Cigni si arrabbiarono con la Bastico, accusandola di interventi da nazista. So che è pesante, ma bisogna dire che anche gli interventi pesanti ogni tanto vanno fatti”.
Ballestrazzi ha proseguito ribadendo che “il male mortale di questa amministrazione è la logica che porta a pensare che tutto sia possibile attraverso la gestione dell’esistente e che basti recuperare risorse attraverso la costruzione di strutture abitative. E’ un falso ideologico, è un pericolo mortale della città”. Riferito ad un recente intervento di Edmondo Berselli su un quotidiano locale, Ballestrazzi ha dichiarato che “mi fa piacere che abbia detto che questa è una città seduta. Se le attività degli industriali rimangono confinate alle attività speculative e non innovative, questa è una città destinate a regredire moltissimo”.

Pighi ha replicato dicendo a Ballestrazzi che “per quanto riguarda gli interventi sull’esistente, l’amministrazione è convinta che debbano essere fatti, non si può su intervenire sul condominio R-Nord e criticare dicendo che è la prova che si conserva l’esistente. Si creano le precondizioni per far sì che ci siano poi le condizioni per lo sviluppo. Ricordo anche che nella sfida per lo sviluppo, c’è ancora una parte del manifatturiero che deve essere salvaguardata. La vostra società – disse l’Osce nel suo rapporto – può essere terziarizzata, ma sbagliate, perché salvaguardando il manifatturiero si salva il futuro della città”.