Con una situazione particolarmente
grave nelle Regioni del Nord-Ovest, in Friuli Venezia Giulia e nel Centro Italia, il 2006 sale nel podio e si classifica in Italia tra gli anni piu’ siccitosi degli ultimi trenta, preceduto solamente dal 1992 e dal 2003.

E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base delle analisi sulle piogge e sui bilanci idrici effettuati dalla Commissione Europea che come preoccupante effetto stimano un calo delle rese produttive delle coltivazioni nazionali del 9,2% per il grano, il 7,5% per il mais e il 4,5% per l’orzo, rispetto allo scorso anno.

Se l’Italia e’ il Paese piu’ colpito in Europa, il caldo e la siccita’ hanno interessato anche altre regioni dell’Unione come la Catalogna in Spagna, e Provenza, Costa Azzurra e Languedoc in Francia. A differenza, nel Mezzogiorno d’Italia, secondo l’ultimo monitoraggio della Coldiretti si registra ad oggi una buona disponibilita’ idrica complessiva con gli invasi che sono pieni al 75% ed un aumento della quantita’ di acqua presente rispetto all’anno precedente (+3,1%). Anche per effetto dei cambiamenti climatici la situazione e’ invece al momento difficile per la siccita’ nel Nord, dove laghi e fiumi sono al minimo, con effetti sulle disponibilita’ idriche per l’irrigazione in un momento delicato per la crescita delle coltivazioni. Dopo la mobilitazione della Coldiretti, le positive rassicurazioni delle Istituzioni impegnano i gestori dell’energia elettrica a liberare l’acqua trattenuta nei bacini alpini e a garantire la disponibilita’ nelle campagne in misura sufficiente al normale sviluppo delle coltivazioni. La responsabilita’ degli enti coinvolti nel soddisfare le esigenze delle colture in sofferenza sara’ accompagnata – afferma la Coldiretti – da una concreta attenzione degli imprenditori agricoli per il risparmio dell’acqua destinata all’irrigazione.


Per l’organizzazione occorre promuovere una piu’ razionale gestione della risorsa disponibile che consenta di affrontare l’emergenza ma anche di guardare al futuro con interventi strutturali per raccogliere l’acqua e un impegno sul versante del risparmio idrico, riducendo le dispersioni e favorendo la diffusione di nuove tecnologie a basso consumo per l’irrigazione dei campi. La mancanza di acqua per l’irrigazione sta interessando le coltivazioni di riso, granoturco, pomodoro, soia, ortaggi e foraggi ed interessa sia le aziende di pianura che quelle di montagna dove manca l’erba nei pascoli per alimentare il bestiame. Oltre alla Lombardia, la situazione e’ preoccupante dalla Liguria al Piemonte, dal Friuli Venezia Giulia all’ Emilia Romagna, dal Veneto alla Sardegna.