La Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha deliberato l’aumento delle quantità di gasolio fiscalmente agevolato alle aziende agricole che, per fronteggiare l’attuale siccità, hanno dovuto effettuare un numero di irrigazioni superiori a quelle normalmente richieste in condizioni ordinarie.


La siccità, che interessa le campagne ormai dal mese di maggio, sta provocando un notevole aumento del numero di interventi irrigui su tutte le colture (mais, soia, barbabietola da zucchero, ortofrutticole estive), che sono in piena fase vegetativa. A causa del notevole aumento del prezzo del petrolio, questa pratica assolutamente necessaria per salvaguardare qualità e quantità delle produzioni di maggiore pregio, ha raggiunto costi particolarmente elevati che incideranno pesantemente sui bilanci delle aziende agricole.

“Con questo intervento – ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni – abbiamo risposto positivamente alle richieste che il mondo agricolo, in modo unitario, ha rivolto alle istituzioni regionali nei giorni scorsi. Si tratta di una iniziativa che potrà, anche se in misura parziale, contenere i danni della mancanza di precipitazioni”.
“In pratica gli agricoltori che hanno già richiesto gasolio agevolato per irrigazione – ha proseguito Rabboni – potranno, a seguito di una nuova domanda, richiedere un aumento, che potrà arrivare al 100% della quantità inizialmente concessa per questa pratica agronomica”.

La possibilità di integrare l’assegnazione di gasolio agevolato riguarda quelle aziende agricole già ammesse ai benefici fiscali sui prodotti petroliferi da impiegare nei lavori agricoli a seguito della richiesta presentata entro il 30 giugno scorso, che indicava già un determinato fabbisogno per l’irrigazione. La maggiorazione potrà arrivare al 100% del quantitativo di carburante assegnato in precedenza per l’irrigazione delle colture. La scadenza per la nuova domanda è il 30 novembre 2006.

Secondo l’assessore “l’andamento stagionale dell’estate 2006 richiama comunque l’attenzione su scelte ormai inderogabili. La prima è relativa all’esigenza di un uso razionale delle acque di irrigazione, basato sull’adeguamento degli impianti esistenti e sulla realizzazione di quelli indicati dal “Piano irriguo nazionale”, sul miglioramento delle conoscenze delle esigenze delle colture e su un nuovo “governo” delle acque del fiume Po che rappresenta la nostra maggiore fonte di approvvigionamento per l’irrigazione dell’intera pianura da Piacenza a Rimini. La seconda – ha proseguito Rabboni – è rappresentata dall’avvio, non più rinviabile, di una filiera agroenergetica nazionale che consenta di ridurre concretamente la dipendenza del nostro Paese da combustibili fossili e di aprire importanti prospettive di mercato per la nostra agricoltura”.
“Tuttavia, l’aspetto più importante sul quale concentrare la nostra attenzione – ha concluso l’Assessore Rabboni – è rappresentato dal rispetto del protocollo di Kyoto e dall’esigenza vitale di contrastare concretamente i cambiamenti climatici sulla base di modelli di vita e di produzione più sostenibili di quelli attuali. Anche da questo punto di vista l’agricoltura, che può consentire di produrre energia senza liberare nuova anidride carbonica, può giocare un ruolo strategico che deve essere assolutamente riconosciuto”.